Un disegno di legge per aumentare le pene detentive ed economiche agli spacciatori di droga, sottolineando che non esiste “modica quantità”. E’ la proposta presentata dalla Lega, a firma dello stesso leader, Matteo Salvini, e dei due capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.

La Proposta

Condanne da un minimo di tre anni a un massimo di 6 anni e multe da un minimo di cinquemila euro a un massimo di trentamila euro. Prevista anche la revoca definitiva della patente per chi guida sotto effetto di stupefacenti e la confisca del veicolo. Il tutto, per contrastare un “fenomeno che – si legge nella bozza – sta assumendo nel Paese dimensioni e caratteristiche sempre più preoccupanti ed endemiche”.

La proposta revoca il trattamento dei reati commessi da persone tossicodipendenti: ovvero gli sconti di pena e la possibilità di “applicare, anziché le pene detentive e pecuniarie, quella del lavoro di pubblica utilità in caso di produzione, traffico e detenzione di lieve entità di stupefacenti.”

“A me interessa togliere dalle strade chi spaccia: poi quello che fa ognuno non mi interessa. I venditori di morte li voglio veder scomparire dalla faccia della terra”– ha detto Salvini a commento.

Ma se una parte del governo vuole dare una stretta di vite allo spaccio di sostanze stupefacenti e ad eliminare la tolleranza alla ‘modica quantità’, ce n’è un’altra che invece punta alla liberalizzazione.

Era appena il 19 gennaio scorso quando il senatore del M5S Matteo Mantero ha depositato in Senato un disegno di legge per legalizzare la coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati.

Ad anticipare Mantero, già nel giugno 2017, era stata la Direzione Distrettuale Antimafia, che nel suo rapporto annuale consegnato a Palazzo Madama scriveva: “ Legalizzate la cannabis. Il perché è esclusivamente di natura economica: l’azione di contrasto al consumo di droga ha costi eccessivi rispetto ai risultati ottenuti; l’uso di sostanze stupefacenti, in Italia come nel resto d’Europa, è sempre più dilagante. Tanto vale ridurre i costi e lasciare che chi vuole ne faccia uso.”

Nella relazione veniva infatti sottolineato il gran lavoro degli uffici giudiziari e delle forze di polizia nella lotta al mercato illegale della cannabis e la necessità di “concentrare le risorse dello Stato finalizzate alla repressione dei reati su fenomeni più gravi e allarmanti del traffico di droghe leggere”.

Infine, sempre per la Dna, “ il colpo al mercato della droga che verrebbe inferto da tale liberalizzazione. Basti pensare che nella sola Europa, il rapporto dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, dell’aprile 2017, stimava quel mercato in 24 miliardi di euro.”

Questa la posizione di un organismo come l’antimafia, poco meno di 2 anni fa. Ma oggi c’è un ministro dell’Interno, leghista, che si attiene alla cronaca e non bada a risvolti e ricadute di natura economica o alla lunga gittata sull’origine del mercato. Salvini dice : “Mi domando che cosa devi fare in Italia per rimanere in galera. Il tossico che ha investito il papà e la mamma di Recanati era coinvolto in un reato per 225 chili di droga e ‘sto stronzo era a spasso. Non è possibile. Qualcuno si facesse un esame di coscienza”.

Il disegno di legge della Lega trova il sostegno delle Forze dell’Ordine, che di recente hanno lamentato la linea troppo morbida della giustizia nei confronti di chi spaccia.  “ Li arrestiamo e il giorno dopo li ritroviamo a piede libero” – hanno detto con senso di sconfitta.

Ma la piazza è una cosa, il Parlamento un’altra. Non sarà facile per la Lega ottenere pene più severe. Specialmente avendo contro gli alleati di governo.

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