Rivedere le norme che regolano il lavoro domenicale. Tiene banco, da ieri, l’annuncio del Ministro al Lavoro Luigi Di Maio, che parlando con alcuni lavoratori ha dichiarato:  “Ci sono tanti problemi da questo punto di vista – ha detto Di Maio – ma io ho preso il treno in corsa: combattiamo la precarietà ed eliminiamo lo sfruttamento”.

Di Maio vuole dire basta alle aperture domenicali e in linea con i sindacati, ha preannunciato un tavolo di discussione per rivedere il decreto “Salva Italia” del governo Monti,  sulle liberalizzazioni  degli orari di apertura degli esercizi commerciali:. Fino al 2012  si prevedeva la chiusura dei negozi la domenica e nei festivi salvo eccezioni. La liberalizzazione, infatti, soprattutto nelle grandi catene e nei centri commerciali ha messo molti lavoratori nella condizione di non poter mai riposare la domenica e nei giorni festivi come Pasqua e Natale.

Ma c’è chi ipotizza un numero elevato di futuri senza lavoro, che, se andasse in porto il progetto di Di Maio, rimarrebbero a casa e forse la domenica non sarebbe comunque un giorno di festa. Ecco perchè il dibattito rimane acceso tra il sacrosanto diritto al riposo settimanale e il terrore di creare altra disoccupazione che l’Italia non può permettersi.

Federdistribuzione, difende il diritto del datore di lavoro a scegliere gli orari di chiusura in base alle esigenze dei clienti, e lo definisce “un fatto positivo per i consumatori e che dà “al commercio l’opportunità di offrire un servizio più allineato ai nuovi bisogni e ai tempi di vita dei cittadini”. “È incredibile che con tutti i problemi che abbiamo in Italia si discuta ancora di togliere una norma di libertà che consente al commerciante di aprire quando vuole il suo negozio” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Giù le mani dall’apertura libera dei negozi’.

di redazione AltovicentinOnline

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