Non è piaciuto ai no vax e ai no pass il via libera del Cdm al nuovo decreto legge, che estende l’uso del green pass. Nell’account ‘Basta dittatura’, su Telegram, è un susseguirsi di insulti e minacce. E in vista delle consuete manifestazioni del sabato c’è chi lancia la parola d’ordine: ‘Tutti a Roma’.
“Dobbiamo andare tutti a Roma”, scrive Marika, a cui fa eco Nando: “Esatto. UN MILIONE di persone in strada per occupare vie, piazze, bloccare il traffico, stazioni, negozi, sedi della RAI e poi finisce tutto”.
Non ci va leggero Torman che invita a sparare: “Blocchiamo le nostre Città. Lo stato ha attentato alla nostra salute e libertà. È quindi un terrorista. Ai terroristi si spara per legittima difesa“. Alex si limita a un “chiodi per le strade”. Claudia ha un dubbio: “Forse è arrivato il momento di smettere di essere pacifici”. C’è anche chi suggerisce escamotage contro l’obbligo del green pass per i lavoratori: “L’obbligo del green pass scade il 31 dicembre. Nel frattempo difenditi, accusa esaurimento nervoso (studia i sintomi su Wikipedia e accusali al tuo medico di base), stai in malattia e sarai pagato“.
Elmusicante è per fare come negli Stati Uniti: “Dobbiamo tutti marciare su Roma destinazione assedio del parlamento come è successo negli Usa. Cacciare questi cialtroni parassiti complici dei potenti del mondo a pedate e ridare il potere al popolo. Rivoluzione, adesso o mai più! Il lavoro non si tocca. Bastardi”.
Nel ‘mirino’ dei no vax rimane il ministro della Salute. Per Luca, Speranza è “un comunista che la libertà l’ha sempre odiata e combattuta. Quel signore in uno stato normale sarebbe stato già fucilato per tradimento della Patria e del Popolo”. Per qualcun altro, Speranza “è un delinquente della peggiore razza merita di morire soffrendo per le conseguenze del vaccino ammesso che lo faccia e come lui Draghi”.
Non mancano i riferimenti alle scie chimiche e al 5G: “E ne vogliamo parlare delle scie chimiche? Lo sanno tutti che fa contatto con il 5G ed il vaccino, ho un sacco di amici che non riuscivano più a controllare i propri movimenti”.
Infine, Roberto ricorda una data fondamentale della Rivoluzione francese, il giorno in cui il re di Francia Luigi XVI sali’ sul patibolo: “Parigi 21 gennaio 1793. Auguro a tutti i politici un giorno così”.