(Nova News)“Rimango al di qua delle transenne mica per caso, questa non è più la mia Pontida”, diceva domenica mattina Roberto Castelli davanti al pratone dei raduni di sempre. Nel giorno dell’abbraccio tra Matteo Salvini e Marine Le Pen l’ex ministro del Carroccio ha preferito rimanere lontano dal palco e lontanissimo dall’attuale dirigenza del partito. “La tessera di questa Lega ce l’ho ancora, – racconta a “Repubblica” – ma è l’ultima che faccio, l’anno prossimo non rinnovo più”. Per anni ha tenuto due tessere, quella della Lega Nord e quella della Lega Salvini premier: “Mettiamola così, quantomeno non sarò complice del tradimento del Nord di questa dirigenza. Salvini ha compiuto un’inversione a 180 gradi, ha abbandonato il programma federalista e autonomista, è passato dal verde al blu, dal ‘Prima il Nord’ a ‘Prima gli Italiani’. A Radio Padania, che ora si chiama Radio Libertà, è stata pure bandita la parola Padania. E io che dovrei fare?”. “C’è un’incoerenza profondissima – osserva l’ex ministro – tra il significato storico e politico con cui è nato questo raduno, e lo spirito con cui ormai si celebra da tempo. La Lega Salvini premier viene qui legittimamente, ci mancherebbe, ma su altri presupposti politici. Basta pensare alla presenza di Marine Le Pen. Vederla lì mi fa effetto, ma dovrebbe far pensare più che altro tutti quelli che stanno sotto il palco e sventolano ancora le bandiere dell’autonomia. Dalle mie parti si dice: ‘Dopo tre fette ha capito che era polenta’. Ma come si fa a non capire che ormai la Lega è altra cosa. L’unico coerente, alla fine, è Salvini”.
Non rinnovo la tessera della Lega: ““Non sarò complice del tradimento del Nord”
Secondo Castelli “Salvini ha scelto il proprio progetto personale e puntato sul centralismo, pure con una deriva vagamente meridionalista, a forza di promuovere il Ponte sullo Stretto, ed è ovvio che inviti Le Pen a Pontida. Le Europee si vincono con le alleanze, giusto che cerchi la sua sponda contro un centralismo ancora più pericoloso, quello europeo. Però sì, vedere le bandiere con scritto autonomia, qui, sapendo in che direzione va il partito. Ma come si fa”. Quanto alla riforma dell’autonomia di Calderoli: “A vedere come è stata scritta la legge, speriamo non vada troppo avanti: finirebbe per diventare un’altra fregatura per il Nord. Diciamo che non ce n’era bisogno, ma serviva qualcosa da sbandierare in campagna elettorale”, conclude Castelli.
Fonte Nova News
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