Nebbioni che causano enormi ritardi alle gare di Coppa del mondo, tra partenze posticipate e lunghe interruzioni di gare iniziate che mandano in tilt i palinsesti televisivi, diffusa carenza di neve, temperature che anche a 2.000 metri superano lo zero facendo diventare la neve granulosa e soprattutto non consentendo l’operatività dei cannoni per la produzione di neve artificiale.
Skipass e deficit di neve
Il motivo dei rincari è l’adeguamento di impianti e strutture oltre al costo dell’energia. Sempre molto sensibili sono i rincari degli skipass, schizzati dopo la chiusura causa la pandemia di coronavirus. I prezzi record dei giornalieri sono 86 euro in alta stagione per il Dolomiti Superski (77 euro in bassa) e Cervinia con 87 euro. La Fondazione Cima indica un deficit del 61% di neve. Nel febbraio 2023 il deficit di neve, a livello nazionale, si attestava a -45% rispetto alla media del 2011-2021.
Preoccupazioni per la stagione
Di giorno in giorno, in attesa di un brusco calo delle temperature e di vedere i fiocchi bianchi cadere dal cielo, cresce la preoccupazione per la tenuta dell’innevamento. Assenza di precipitazioni nevose, temperature sopra lo zero ed un elevato numero di sciatori e snowboardisti che animeranno le piste nelle prossime due settimane, se nulla cambierà, c’è un reale rischio di aperture delle piste a fasce orarie se non addirittura di costringere i comprensori a interrompere la stagione sciistica.
Il cambiamento climatico e i Giochi olimpici
Il tema del cambiamento climatico è noto a livello mondiale e anche lo stesso Comitato Olimpico Internazionale guarda con preoccupazione ai Giochi olimpici invernali del futuro, soprattutto agli sport della neve. Inizia a trapelare un po’ di preoccupazione sulle Dolomiti che dal 6 al 22 febbraio faranno da cornice ad una parte delle competizioni dei Giochi olimpici invernali Milano Cortina 2026.
A Cortina d’Ampezzo, dove si svolgeranno le gare di sci alpino femminile, attualmente oltre i 2.000 metri si registrano piogge che “mangiano” la neve. Fermi da giorni anche i cannoni a seguito delle temperature elevate. Nei quattro comprensori bellunesi del Dolomiti Superski attualmente sono aperte solo il 40% delle piste ed è in funzione poco più del 60% degli impianti di risalita.
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