Un 9 in Italiano alla maturità si è trasformato in un caso nazionale dopo che la madre dell’alunna – influencer umbra con migliaia di follower – ha pubblicato oltre venti video sui social per contestare la valutazione, sostenendo l’esistenza di una “regola non scritta” dell’insegnante che non assegna mai il 10.

La dirigente scolastica ha respinto le accuse, definendo i video “un’irruzione arrogante nella discrezionalità docente” e ribadendo la correttezza del voto e dell’intero processo valutativo. La scuola ha negato favoritismi o irregolarità, difendendo l’operato della commissione.

Il caso ha riacceso il dibattito sul ruolo dei social nella scuola, sul valore del merito e sull’impatto emotivo di queste polemiche sugli studenti. Al centro resta una domanda: può un voto diventare materia di scontro pubblico?

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