A fine luglio, a sorpresa, hai chiuso Nuova Vicenza. Puoi svelarci i motivi?

In due anni e mezzo di vita è andata in costante crescendo di lettori e giornalisticamente io ne ero e ne sono soddisfattissimo. Negli ultimi mesi con l’editore si stava pensando ad un’evoluzione, perché non puoi restare in eterno in un bacino importante ma geograficamente limitato come il Vicentino. Alla fine ho deciso di valutare anche altre proposte e ne ho accettata una.

Quale?

Quella che mi porta oggi ad aprire un nuovo quotidiano online con testa a Vicenza ma vocazione veneta.

Come si chiamerà?

Come si chiama, a questo punto, visto che cominciamo sui social network nei prossimi giorni, prima dell’apertura del sito prevista per metà ottobre. Il nome è Vvox. La prima “V” sta per Veneto, of course.

“V per Vendetta” non c’entra niente?

No. O forse sì: è uno dei miei film preferiti.

Sei convinto che paghi sperimentare sul web, nonostante un mercato pubblicitario non dei più favorevoli?

E’ l’unica strada se si vuol fare un giornale. Il web ha costi imbattibilmente bassi e permette una libertà, intesa anche come creatività editoriale, che nessun’altra piattaforma può permettersi.

Chi è il tuo attuale editore?

Sono giovani… con le spalle solide. Ma per ora non dico di più.

Linea editoriale e politica del giornale?

Dire le cose come stanno con un sano giornalismo d’inchiesta e analisi, raccontare il lato oscuro delle notizie, il rovescio della medaglia, restando aperti a tutti i contributi, senza pregiudizi. Quanto alla politica, non sostenere nessuna fazione a priori. Ci schiereremo quando sarà il caso, com’è giusto. Ma sempre e solo fidanzamenti, meglio se brevi. Matrimoni, mai.

Non rischi di rimanere su numeri bassi, anche se magari ti ritaglierai il tuo spazio come testata che fa opinione?

Cercheremo un mix intelligente fra contenuti nostri, originali, e aggregazione di contenuti dal mare magnum del web, facendo da selezionatori per chi non ha tempo e voglia di navigare su 100 siti per informarsi al meglio. C’è tanta, troppa roba, chi informa deve guidare il lettore dando non solo il proprio punto di vista, ma anche offrendo un’agenda, una selezione ragionata di notizie. E poi offriremo una tribuna realmente libera a chi ha qualcosa da dire e sa dirla, possibilmente in buon italiano.

Dicevi che parlerete del Veneto. Cioè?

Avremo una visuale regionale, approfondendo i fatti che reputeremo più interessanti. Ma con un occhio di riguardo per Vicenza e provincia, naturalmente.

Pronto per le regionali 2015, dunque.

Non parleremo solo di politica, anzi spazieremo molto. Ma certo la campagna elettorale sarà il nostro primo vero grande banco di prova. In Veneto, secondo me, manca una voce che dica pane al pane.

Per esempio?

Per esempio ci divertiremo a stuzzicare a destra e a manca con rubriche particolarmente irriverenti. Il mio primo direttore, che ora avrò l’onore e il piacere di avere con me in questa nuova avventura, mi ha sempre detto che se in questo mestiere non ci si diverte, sei morto. Morto di noia impiegatizia e con acuti dolori alle ginocchia, vista la tendenza di molti a scrivere genuflessi.

Che ne pensi dei recenti scandali regionali, Mose in testa?

Penso che le indagini potrebbero allargarsi ad altri settori. Come si dice: confido nella magistratura.

Gioco della torre. Zaia o Moretti?

Mino la torre. A parte gli scherzi: nessuno dei due.

Variati o Bulgarini?

Più che un aut-aut la domanda dovrebbe contenere un et-et. Il secondo lo conosco di più e ha la rara qualità di essere persona colta nonostante sia un under 40, ma il suo dandysmo mi dà l’allergia.

Bitonci o Tosi?

Tosi è un po’ in disgrazia ultimamente, quindi al momento salvo lui.

Flavio Albanese o Marco Goldin?

Il primo almeno si fa intervistare.

Tuoi modelli giornalistici di riferimento?

A parte il nume Montanelli, Giorgio Bocca, Massimo Fini, Marco Travaglio, il Feltri dell’Indipendente, Sergio Romano.

E di veneti?

Una molto brava è Roberta Polese del Corriere del Veneto. Fra quelli che non lavorano più sul territorio, direi Ferruccio Pinotti, un maestro nelle inchieste. Consiglio di leggere i suoi libri su Opus Dei e massoneria, per esempio.

Se il Veneto fosse il titolo di un libro, come si chiamerebbe?

Cartongesso. E’ il titolo di un bellissimo libro uscito due anni fa scritto da un trevigiano, Maino: un’invettiva formidabile contro gli aspetti deteriori di un certo Veneto, volgare dentro e fuori. Ma su Vvox andremo alla ricerca anche del Veneto migliore. E parleremo anche di temi nazionali: bando al provincialismo.

Hai scritto anche tu un libro, vero?

Sì, una critica all’immigrazione, uscirà prossimamente per Arianna Editrice. Sono gli immigrati i primi a rimetterci, venendo in Europa a fare gli schiavi. Credo e spero sarà un libro che farà incazzare un po’ tutti.

Tornando al nuovo giornale, ci dai qualche anticipazione sui primi pezzi?

Neanche per sogno. Anzitutto cercateci su facebook e twitter, in attesa del sito Vvox.it.

In bocca al lupo.

Viva il lupo.

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