“Per far ripartire l’economia del Paese, e quindi anche del Veneto, sono necessarie riforme e lavoro: la ripresa passa da qui, altrimenti dalla crisi pandemica non ne usciamo. E quando si parla di lavoro per imprese e professionisti si intende opere pubbliche”. Lo ha affermato l’architetto Roberto Tretti, rappresentante di ALA Assoarchitetti in giunta nazionale di Confprofessioni, alla riunione dell’associazione a livello del Veneto dedicata all’area tecnica (ambiente e territorio) convocata dal presidente regionale Roberto Sartore.

Di quest’area fanno parte le associazioni sindacali di architetti, ingegneri, geologi, agronomi e dottori forestali, periti e tecnici. Presenti alla riunione anche gli archeologi, categoria che ha subito nel 2020 un notevole calo di addetti.

Sul fronte riforme i liberi professionisti si battono soprattutto per la semplificazione burocratica che la politica non ha sempre affrontato fino in fondo.

In ambito libero professionale nel 2020 a causa della pandemia sono state chiuse 30mila partite IVA. E gran parte di questa ecatombe riguarda il settore tecnico.

Di contro una buona prassi che sta per attivarsi in Piemonte, grazie sempre a Confprofessioni, è quella del portale dei liberi professionisti. “L’iniziativa serve per risolvere il problema dell’equità nella distribuzione di incarichi per l’area tecnica da parte degli enti locali (soprattutto dei comuni) – spiega Amos Giardino, piemontese, rappresentante nazionale in seno a Confprofessioni di ANTEC (associazione nazionale tecnici e tecnici laureati) – Un modo per semplificare la vita ai singoli professionisti che così non si debbono iscrivere nelle “liste di disponibilità” di centinaia di comuni, ma anche una comodità per i funzionari pubblici che a volte fanno fatica a trovare un professionista disponibile nella loro area territoriale”.

Il sistema studiato da altre associazioni territoriali obbliga a quel punto gli enti locali a rivolgersi al portale regionale che offre un accesso a tutti i professionisti e ne mette in rilievo il merito”.

I rappresentanti di Ala Assoarchitetti hanno ricordato che in Italia negli ultimi tre anni sono caduti (purtroppo) ben 11 ponti. Di lavoro sulle manutenzioni e sulle riqualificazioni delle strade e degli edifici pubblici ce ne sarebbe moltissimo. L’architetto Davide Baggio ha sottolineato ad esempio che una quota ancora troppo alta di edifici scolastici, ahimè anche in Veneto (a livello nazionale si parla del 50%), non possiede la certificazione antincendio e antisismica.

Mirko Negretto dell’ANTEC ha richiamato sulla necessità di impegnarsi sulle manutenzioni ordinarie: troppe strade sono piene di buche e non sono sicure anche nella produttiva Vicenza e nell’Ovest vicentino. “Non occorrono le grandi opere – afferma Negretto – basterebbe mettere a posto quello che c’è per agevolare il mondo produttivo e industriale. E’ questo mondo che va messo nelle condizioni di “macinare” lavoro, e i professionisti sono funzionali ad esso!”

“Per questo a livello nazionale e regionale – concludono Giardino (Antec), Tretti (Ala Assoarchitetti) ma anche l’agronomo Agostino Cella (FIDAF) – sono necessari interventi per rilanciare il lavoro sulle infrastrutture e i lavori pubblici in genere”. Ed è su queste opere, anche solo sulla manutenzione, che i professionisti dell’area tecnica lavorano e vivono.

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