Secondo il Cnr (Consiglio Nazionale Ricerche), una percentuale fra il 6% ed il 15% della popolazione italiana vive ormai in territori esposti ad una siccità severa od estrema: questo è solo uno dei dati eclatanti, che disegnano un Paese in grave difficoltà idrica, riportati dal report dell’Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche, che settimanalmente registra il peggiorare di una situazione, che appare irrimediabilmente compromessa anche a fronte di prossime e comunque auspicate precipitazioni; non solo: l’assenza di pioggia a febbraio torna a fare intravvedere lo spettro della siccità anche lungo le zone tirreniche dell’Italia centrale.
‘Dati alla mano è lecito ritenere che, per almeno tre milioni e mezzo di italiani, l’acqua dal rubinetto non può più essere data per scontata. E’ la dimostrazione del clamoroso errore, che fa chi ritiene la siccità un problema prettamente agricolo, pur essendo il settore primario e la sovranità alimentare, i primi ad esserne minacciati’ commenta Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi).
Intanto, le temperature miti del mese in corso fanno sì che il già scarso manto nevoso nelle regioni alpine si assottigli ulteriormente. L’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po stima in 1.800 milioni di metri cubi (Mmc) il valore disponibile Swe (Snow Water Equivalent) su tutto il bacino padano. Secondo il Cnr, il quantitativo di neve caduta da inizio anno sulle Alpi è inferiore ai valori medi del decennio 2011-2021.
In Valle d’Aosta, il manto nevoso si sta riducendo su tutta la regione: anche su Le Grandes Murailles in due settimane si è passati da 144 a 128 centimetri; sulla fascia occidentale, interessata dalle nevicate più abbondanti, la coltre bianca permane mediamente sui 52 centimetri. La conseguenza è una portata della Dora Baltea che, pur con tendenza a decrescere, resta considerevole: 28,10 metri cubi al secondo (mc/s).