Un adolescente è stato ricoverato in pronto soccorso in stato di agitazione psicomotoria grave dopo che i genitori, esasperati, gli avevano tolto lo smartphone. A raccontarlo è il professor Gianluca Rosso, psichiatra e docente all’Università di Torino, che quella sera era in servizio all’ospedale San Luigi di Orbassano. «Presentava sintomi sovrapponibili a quelli di una crisi d’astinenza da sostanze», ha spiegato.

Secondo Rosso, lo smartphone stimola il sistema dopaminergico in modo simile a droghe, alcol e nicotina, creando una vera e propria dipendenza. Il ragazzo è stato trattato con ansiolitici e poi dimesso, ma il caso mette in luce i limiti dell’attuale sistema sanitario, che può intervenire solo sugli effetti e non sulle cause delle dipendenze tecnologiche.

Per affrontare questa emergenza, l’Asl Città di Torino sta sperimentando un nuovo modello integrato che unisce psichiatria, neuropsichiatria e psicologia, seguendo il paziente lungo tutte le fasi della vita. Il direttore generale Carlo Picco ha proposto il modello alla Regione per il nuovo piano socio-sanitario, in linea con l’approccio “One Mental Health” sostenuto anche a livello nazionale. L’obiettivo: non lasciare più soli i pazienti con disagio mentale, soprattutto i giovani.

Fonte Corriere della Sera

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia