Una storia di pellegrinaggi fra sedi dislocate in posti svantaggiati, quella del Liceo Corradini, che affianca  al buon nome di una scuola nota per la preparazione degli alunni, come risulta dalle statistiche dei successi all’Università, purtroppo anche  la memoria di un’infelice collocazione logistica.

I genitori del Direttivo che oggi si battono per una soluzione dell’annoso problema della sede sono gli ex studenti che già trent’anni fa frequentavano il liceo nel tugurio dell’ex Casa del Fascio.

’Forse il destino infelice della nostra scuola rispetto ai professionali ed ai tecnici che hanno da tempo una collocazione dignitosa nella cittadella degli studi – commenta Alberto Sartori, vicepresidente del Consiglio di Istituto in nome del direttivo – dipende dal fatto che i nostri diplomati non sono immediatamente spendibili nell’industria, perché andranno tutti all’Università. Però basterebbe un tantino di lungimiranza per pensare che anche i laureati saranno una ricchezza per il territorio.’
Le vicissitudini del liceo Corradini sembravano risolte quando è stata pianificata la realizzazione di altri due stralci dell’edificio di via Milano che ospitava già l’Itt. Purtroppo però solo il secondo è stato completato ed è occupato attualmente dal liceo classico e linguistico, mentre  scientifico e liceo delle scienze applicate sono rimasti rispettivamente nella succursale di fronte al Fonato e nell’ex-Itis di via del Prete, quando i tempi di austerity ed il patto di stabilità hanno sottratto i fondi necessari al completamento delle opere, mentre venivano di fatto smaterializzati gli assessorati provinciali che erano deputati a gestire il problema.
L’attuale situazione logistica penalizza non solo la fruizione trasversale dei laboratori, ma soprattutto la gestione del corpo insegnante, costretto a spostamenti che superano la distanza di una trasferta ragionevole fra sedi staccate di uno stesso istituto.
’Tuttora la disponibilità teorica per la costruzione del terzo stralcio c’è, con un progetto già approvato e di fatto esecutivo, da mandare in bando di gara – spiega Sartori –  ma la spesa non è stata messa a cassa, bensì a  fronte della vendita dei beni della Provincia, che attualmente non si riescono a vendere.’ Esiste infine la promessa di un incontro dei rappresentanti del liceo con il sindaco e la Provincia nella persona della signora Bazzan, che adesso si occupa dell’edilizia, ma non c’è più stato alcun riscontro su questo
Fortunatamente il Comitato genitori è supportato in modo molto partecipe dall’attuale amministrazione pubblica, nella persona del sindaco Gianni Casarotto e dell’assessore alla cultura Maria Gabriella Strinati, docente del Liceo stesso.
Diverse soluzioni sono sul tavolo, dall’adeguamento delle aule, attualmente piccole, dell’edificio ora occupato dalla scuola media Ferrarin, che andrebbe unita al plesso Bassani, scambiandone la sede con quella dell’attuale Liceo, all’utilizzo della sede attuale dell’Ufficio delle Entrate, che pure si trova nella zona del Centro Studi ad una distanza ragionevole dalla sede di via Milano.
‘Il Comune sta revisionando i capitoli delle spese del project financing del Parco Sud per verificare se una  somma possa essere stornata al progetto più urgente della palestra del Liceo – aggiunge Gianni Casarotto – questo è l’unico aspetto in cui come comune possiamo intervenire, essendo gli edifici delle scuole superiori di esclusiva competenza della Provincia.’

’Si parla anche di una parziale realizzazione del progetto edilizio rimasto in sospeso su interessamento della ditta Munaretto che ha in gestione il Parco Sud – conclude il genitore – dietro baratto di alcune delle zone che in passato erano state dedicate alla Cittadella dello Sport.’

Tutto per dare maggiori opportunità ad una scuola che, con i suoi 1000 iscritti, rappresenta un fiore all’occhiello della nostra città e raccoglie alunni da un vasto bacino di utenza che arriva a Caldogno da una lato e a Carrè dall’altro.
Perché investire sui nostri ragazzi è un modo per pensare ad un futuro per il nostro territorio e spesso ciò che è più importante è invisibile agli occhi.

Umberto D’Anna

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