Deludenti, sovraffollate, costose o semplicemente banali. Ecco le mete che, con un pizzico di ironia, vengono etichettate come “pacchiane” (naff, come direbbero gli inglesi) o da evitare per un turista che abbia un minimo gusto. La redazione viaggi del quotidiano britannico Telegraph ha stilato una lista delle “attrazioni più sgradevoli” d’Europa e alcune sono proprio i simboli culturali del nostro Belpaese. Secondo il Telegraph, non si tratta di luoghi “orribili”, ma di mete così sovraffollate, stereotipate o costose da non offrire un’esperienza autentica o memorabile. Molte di esse sono più efficaci come spunti fotografici per i social media che come vere destinazioni culturali.

Il Balcone di Giulietta – Verona (Italia): spesso considerato simbolo del romanticismo shakespeariano, il balcone è in realtà una costruzione del XX secolo senza legami storici reali con Shakespeare. Inoltre, l’ingresso per scattare una foto arriva a circa 12 euro, per una visita molto breve e del tutto scenica.

La Blue Lagoon – Islanda: la famosa spa geotermica è spesso così affollata da sembrare un “brodo umano”. Secondo alcuni osservatori, offre più esperienza da terminal aeroportuale che da ritiro benessere isolato.

La Pietra di Blarney – Irlanda: la tradizionale pietra da baciare per ottenere “il dono della parlantina” è stata criticata per essere umida, poco scenica e circondata da attese, risultando in un’esperienza poco interessante.

Manneken Pis – Bruxelles (Belgio): la minuscola statua del bambino che fa pipì è spesso deludente rispetto all’iconica fama che ha nel marketing turistico.

La Gioconda – Parigi (Francia): nonostante sia uno dei quadri più famosi al mondo, la visita al Louvre può risultare una fuga tra barriere, folla e telefoni alzati, con l’opera a malapena visibile da lontano.

Giro in gondola – Venezia (Italia): il classico “tour romantico” diventa spesso cara esperienza da traffico d’acqua piuttosto che momento intimo, con costi elevati e poche opportunità di vero relax.

La Sirenetta – Copenaghen (Danimarca): La statua ispirata alla fiaba di Andersen è piccola e spesso circondata da turisti, e il paesaggio attorno (porto industriale) non aiuta il colpo d’occhio.

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