C’è un bambino di 4 anni morto tra i 50 migranti soccorsi in mare nelle ultime ore e arrivati nel porto di Reggio Calabria a bordo della nave Dattilo della guardia costiera. Il bambino, secondo quanto è stato riferito, era di origine subsahariana e probabilmente di nazionalità nigeriana. Il corpo era stato recuperato al largo di Lampedusa dove si è verificato il naufragio dell’imbarcazione di fortuna a bordo della quale il piccolo viaggiava assieme ad altri migranti tra cui la madre per la quale è stata disposta l’assistenza psicologica.

“Ho perso mia moglie durante la traversata nel deserto e un bimbo in mare. Se trovate un bimbo annegato è mio figlio”. Lo ha raccontato Jamid Sahid Mansarè di 34 anni, uomo della Sierra Leone, ai medici del 118 e ai mediatori culturali. L’uomo è stato salvato in mare insieme al figlio. Ha rischiato di annegare e adesso si trova ancora in condizioni serie all’ospedale di Palermo.

“Siamo partiti in cinque. Io mia moglie e tre figli, due ragazzi e una ragazza. Adesso siamo rimasti noi tre – ha raccontato in inglese il migrante ai soccorritori – È stato terribile. Un viaggio disumano. Sono riuscito a salvare mio figlia e mia figlia. Purtroppo il più piccolo è morto annegato. Vi prego se trovate la salma fatemelo sapere. Voglio rivedere mio figlio”.

Si stima che almeno 289 bambini sono morti o scomparsi quest’anno in naufragi sulla rotta migratoria del Mediterraneo centrale dal Nord Africa all’Europa. Vale a dire circa undici bambini morti o scomparsi ogni settimana in cerca di sicurezza, pace e migliori opportunità.

Secondo i dati Unicef, inoltre, dal 2018 circa 1.500 bambini sono morti o dispersi mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo centrale. Questo numero corrisponde a 1 su 5 delle 8.274 persone morte o disperse lungo la rotta, secondo i dati del Progetto Migranti Scomparsi dell’Oim.

Sono 240 i migranti sbarcati, durante la notte, a Lampedusa; tutti sono stati trasferiti all’hotspot dove in questo momento ci sono quasi 2 mila ospiti. Cinque le imbarcazioni soccorse dalla motovedetta Cp319 della guardia costiera, un barchino, che non è stato ancora trovato, è invece riuscito ad arrivare direttamente a Playa de Palme e i 17 etiopi e sudanesi che vi erano a bordo sono stati bloccati, dai carabinieri, sul lungomare Luigi Rizzo. Hanno raccontato di essere partiti da Zuwara, in Libia, all’una di mercoledì scorso e d’aver viaggiato su una barca in vetroresina di 7 metri.

Un racconto che appare inverosimile ai militari dell’Arma che non hanno ancora trovato il natante. Appare molto più probabile che il gruppo sia salpato dalla Tunisia, come hanno dichiarato gli altri 5 gruppi di migranti giunti sull’isola durante la notte, che hanno parlato di Sfax quale luogo di partenza per la traversata.

Delle 5 barche soltanto una di 7 metri, in ferro, aveva il motore. Non è chiaro, ma i migranti verranno sentiti dai poliziotti della squadra mobile, se i motori siano stati persi durante il viaggio o se invece, come è già accaduto in passato, siano stati rubati da equipaggi di pescherecci che affiancano le carrette e smontano i propulsori, lasciando le barche cariche di migranti alla deriva.

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