“Come mai il Veneto nel 2015 e, secondo le stime, anche nel 2017 è cresciuto meno dell’Italia? Durante la discussione del DEFR non è arrivata da parte della Giunta alcuna risposta a questa domanda che mi sembra di un certo rilievo”. Così spiega ai Veneti il Consigliere regionale Piero Ruzzante (Articolo UNO – Mdp).
“Io ho provato a dare almeno un pezzo della risposta. Negli anni della crisi Zaia ha scelto di usare il bilancio regionale per trasferire risorse da chi sta in basso a chi sta in cima alla piramide. Ha scelto di cancellare l’addizionale Irpef anche ai redditi più alti e, al tempo stesso, di tagliare servizi di cui beneficiano tutti i cittadini veneti e in particolare le fasce più deboli. Meno servizi per molti, meno tasse per pochi, questo lo slogan di Zaia come ha detto giustamente il Segretario Generale della Cgil Veneto Christian Ferrari”.
“La nostra proposta – puntualizza il Consigliere – era quella di introdurre un’addizionale Irpef al 2,10%, come la Zaiatax inventata per pagare la Pedemontana, ma solo per i 63 mila veneti con reddito superiore ai 75 mila euro. Circa l’1% dei veneti, quelli che durante la crisi hanno aumentato la loro ricchezza. Con queste risorse abbiamo proposto di finanziare i servizi alle famiglie del Veneto e alcuni investimenti strategici per la nostra regione, a partire dalla sicurezza del territorio, dall’edilizia sanitaria e dall’edilizia scolastica. Ma la Giunta Zaia ci ha detto di no: meglio tutelare l’1% più ricco, che deve restare tax-free anche se a rimetterci sono il 99% dei veneti a cui vengono a mancare servizi fondamentali”. “
E la domanda resta – conclude Ruzzante – come mai il Veneto ha smesso di essere locomotiva del Paese ed è diventato vagone? Come può crescere una regione che sceglie di penalizzare il 99% dei suoi cittadini per accontentare l’1% più ricco?”