Un minore su 5 in Veneto vive in contesti di povertà ed è a rischio di esclusione sociale. Anche se il Veneto è tra le regioni italiane ad alto reddito, con indici di abbandono scolastico tra i più bassi (10,5 per cento, in linea con i parametri europei) e tra le migliori per esiti scolastici in matematica e italiano, con un indice di rischio povertà per i minori inferiore a quello nazionale (21% contro il 33%), le opportunità di apprendimento e di successo scolastico e professionali non risultano uguali per tutti.
A indagare fenomeno e dinamiche della povertà educativa in Veneto è l’ultimo numero di Statistiche Flash, il mensile dell’Ufficio Statistica della Regione Veneto che sarà disponibile online nel sito www.regione.veneto.it a partire da giovedì.
Ad influire alle opportunità di crescita di bambini e ragazzi sono le famiglie, il loro status sociale, ma anche la scuola e le offerte educative che la ‘comunità’ allargata al contesto sociale possono offrire loro.
Il report statistico di novembre evidenzia che 7 minori su 10 in Veneto leggono meno di tre libri l’anno, 42 su 100 non fanno sport, 94 su 100 usano la rete e le nuove tecnologie con regolarità e 82 su 100 sono online tutti i giorni, superando la media nazionale (76,4%).
Ragazzi veneti, quindi, iperconnessi, ma anche più propensi dei loro coetanei ad impegnarsi nell’associazionismo e nel volontariato: il 17,3 per cento è attivo in gruppi ed esperienza associative, a fronte di un livello medio nazionale del 12 per cento.
Il piano regionale contro le povertà riserva 500 mila euro ad interventi per migliorare gli ambiti di crescita di bambini e ragazzi, sostenendo le iniziative territoriali volte a creare ludoteche, doposcuola, centri estivi, attività sportive, laboratori e attività culturali, nonché attività e servizi di sostegno alla genitorialità. “Ci sono evidenze scientifiche – ricorda l’assessore – che la partecipazione dei bambini sin dalla prima infanzia a servizi educativi aiuta lo sviluppo della personalità e le probabilità di successo scolastico”
“L’incontro con gli altri, le relazioni, le esperienze di gruppo e di cittadinanza attiva sono fattori primari di crescita ed educazione alla socialità ed antidoto naturale all’esclusione sociale e all’impoverimento culturale – dichiara l’assessore –Per questo la Regione Veneto, oltre che nelle politiche per la prima infanzia, è tornata ad investire anche nelle politiche giovanili: promuovere e sostenere le reti di animazione territoriale, i progetti giovani e il servizio civile, finanziare alcuni progetti sperimentali territoriali, come ‘Dietro le quinte (laboratori creativi e teatrali per sensibilizzare al tema della disabilità e dell’inclusione), in un’ottica di prevenzione e di proposta educativa, significa aiutare adolescenti e giovani a sviluppare le proprie capacità, ad avere più stima in se stessi e a saper cogliere in modo sano le opportunità della vita”.
a cura dell’Ufficio Stampa della Regione Veneto