In Italia si muore di cancro meno rispetto alla media europea: -13% negli uomini e -10% nelle donne. Nel nostro Paese, nel 2021, diminuiscono i decessi per tumori e migliora la sopravvivenza. Nel 2021 sono stimate 181.330 morti per neoplasie (100.200 uomini e 81.100 donne), 1.870 in meno rispetto al 2020. Più in generale, negli ultimi sei anni, si è osservato un calo complessivo della mortalità per cancro del 10% negli uomini e dell’8% nelle donne. Dal 2015 a oggi, nei maschi sono diminuite del 18,4% le morti per neoplasie dello stomaco, del 15,6% quelle del polmone, del 14,6% alla prostata e del 13,6% del colon-retto. Sono alcuni dei dati che emergono dall’undicesima edizione del censimento ufficiale, che si sofferma sugli aspetti relativi alla diagnosi e terapia delle neoplasie. Il testo nasce grazie al lavoro dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), dei Registri tumori italiani, della Società italiana di anatomia patologica e di citologia diagnostica (Siapec-Iap), di Fondazione Aiom, Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), Passi d’Argento e dell’Osservatorio nazionale screening (Ons). Raccolto nel volume ‘I numeri del cancro in Italia 2021‘, il documento è stato presentato oggi in una conferenza stampa a Roma all’Istituto superiore di sanità, con l’intervento del presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro.

Dal testo emerge che nella popolazione femminile aumentano i decessi per i carcinomi della vescica (+5,6%) e del polmone (+5%), strettamente legati al fumo di sigaretta, mentre calano quelli allo stomaco (-25%), colon-retto (-13,2%), ovaio (-9%) e mammella (-6,8%). Non emergono progressi per il tumore del pancreas, che continua a evidenziare tassi di mortalità stabili nei maschi e in crescita (+3,9%) nelle femmine. L’alto livello dell’assistenza oncologica in Italia è evidenziato dalle percentuali di sopravvivenza a 5 anni, che migliorano per tutte le neoplasie attestandosi al 59% negli uomini e al 65% nelle donne (rispetto al 54% e 63% della rilevazione precedente aggiornata al 2015). In sette sedi negli uomini ed in otto nelle donne le sopravvivenze si attestano su valori molto elevati, fino al 96,2% dei carcinomi tiroidei nelle donne e al 93,2% nel testicolo. Il rischio di morte è raddoppiato per i malati oncologici con infezione da SARS-CoV-2.

La pandemia pesa anche sull’assistenza oncologica, perché si osservano neoplasie in fase sempre più avanzata, come emerge da un’indagine che ha coinvolto 19 anatomie patologiche, rappresentative dell’intero territorio nazionale. Nel 2020 sono stati eseguiti, senza terapia neoadiuvante, 5.758 interventi chirurgici alla mammella e 2.952 al colon-retto. Il numero delle operazioni è in calo rispetto al 2019 (-805 casi, pari al -12% per la mammella, e -464 casi, pari a -13% per il colon retto). E le dimensioni della malattia al momento dell’intervento spesso sono maggiori di quelle rilevate nel periodo pre-Covid. Il calo dei tumori in situ operati è stato del 32% per il colon-retto e dell’11% per la mammella.

Il presidente Aiom, Giordano Beretta, afferma che “l’analisi della sopravvivenza consente di valutare gli esiti delle azioni di prevenzione primaria e secondaria, della tempestività ed efficacia delle terapie, dell’impatto dell’assistenza e delle cure terminali”. Beretta aggiunge, inoltre, che “la sopravvivenza nel nostro paese è allineata ai livelli più alti osservati in Europa. In Italia, aumentano sempre più le persone vive dopo la diagnosi, nel 2020 erano circa 3,6 milioni, il 6% della popolazione, con un incremento del 36% rispetto al 2010. In sei sedi tumorali le sopravvivenze sono, però, ancora inferiori al 30%, con il cancro del pancreas fanalino di coda all’11% in entrambi i sessi. Gli sforzi della ricerca devono essere rivolti in particolare a queste patologie”. Beretta spiega inoltre che “negli uomini la generale diminuzione della mortalità rispecchia la riduzione dei decessi per tumori dovuti al fumo. Ma vanno incrementate le campagne di prevenzione anti-fumo per controllare l’epidemia delle neoplasie tabacco-correlate nella popolazione femminile”.

“L’undicesima edizione della pubblicazione ‘I Numeri del Cancro in Italia’- si legge nella prefazione a firma del ministro della Salute, Roberto Speranza– conferma una generale diminuzione dei tassi di mortalità per diverse neoplasie, da ricondurre in particolare agli importanti avanzamenti diagnostici e terapeutici compiuti negli ultimi anni. Si tratta – informa Speranza – di un segno tangibile dell’importanza delle nuove tecnologie e dei progressi scientifici nella tutela della salute e nella costruzione di una sanità pubblica sempre più efficiente e di prossimità. Come è noto, lo scenario determinato dall’epidemia da SARS-CoV-2 ha causato un rallentamento nell’attuazione dei programmi di screening, soprattutto durante le fasi iniziali dell’emergenza”. Speranza sottolinea poi che “ciò ha comportato effetti sulle diagnosi precoci di molte patologie, tra cui quelle tumorali. Per favorire il recupero delle prestazioni diagnostiche e terapeutiche, il ministero della Salute ha promosso un finanziamento straordinario di circa mezzo miliardo, mettendolo a disposizione delle regioni. Nel decreto legge Sostegni-bis la durata di tale intervento è stata estesa per tutto il 2021. È solo un primo passo. Serviranno ancora altre risorse”.

Nel 2021, in Italia, sono stimati 34.000 decessi per cancro del polmone, 21.700 per il colon-retto, 12.900 per il pancreas, 12.500 per la mammella e 8500 per lo stomaco. La presidente Siapec-Iap Anna Sapino rende noto che “un’indagine condotta dalla nostra società scientifica ha stimato, a livello nazionale, l’impatto dell’infezione da SARS-CoV-2 sugli interventi chirurgici dei tumori della mammella e del colon-retto. Per il tumore della mammella, il numero di casi operati nel 2020 è risultato inferiore del 12% (-805 casi) rispetto al 2019, e questa riduzione si è osservata per le neoplasie di tutte le dimensioni, in particolare per quelle più piccole. Vi è stato un aumento significativo dei tumori del seno pT2 (compresi tra 2 e 5 cm), a fronte della diminuzione di quelli più piccoli (pT1, tra 1 e 5 mm)”. Anche per il colon-retto, aggiunge, “si è registrata una riduzione dei casi operati nel 2020, inferiore del 13% (-464 casi) rispetto al 2019, con un calo particolarmente marcato per i tumori in situ, mentre si è registrato un aumento significativo delle neoplasie con perforazione del peritoneo. I risultati di questa indagine fanno emergere, in generale e per entrambe le patologie, una diminuzione dei tumori in situ caratterizzati da alte probabilità di guarigione (-11% per la mammella, -32% per il colon-retto), che può essere la conseguenza della temporanea riduzione degli screening oncologici nel 2020”.

La direttrice Ons, Paola Mantellini, ricorda che “a marzo e aprile 2020, a causa dell’esplosione dell’emergenza Covid, si è verificata la sospensione degli screening. Un’indagine condotta dall’Ons ha quantificato il ritardo accumulato nel 2020 rispetto al 2019 in termini di inviti, test e mesi standard. La riduzione degli inviti è stata pari al 33% per lo screening cervicale, al 31,8% per quello colorettale e al 26,6% per quello mammografico. La riduzione degli esami è stata pari al 45,5% per lo screening colorettale (-1.110.414 test), al 43,4% per quello cervicale (-669.742), al 37,6% per le mammografie (-751.879)”. Mantellini aggiunge poi che “complessivamente sono stati eseguiti circa 2 milioni e mezzo di screening in meno. La paura del contagio ha avuto un peso determinante sulla partecipazione ai programmi di prevenzione. I mesi di ritardo sono stati pari a 5,5 per lo screening colorettale, a 5,2 per quello cervicale e a 4,5 per le mammografie. Sono state stimate anche le diagnosi mancate: oltre 3.300 per il tumore del seno, circa 1.300 per il colon- retto (e 7.474 adenomi avanzati in meno) e 2782 lesioni precancerose della cervice uterina. È importante sottolineare che, per tutti e tre i programmi, nell’autunno 2020 alcune Regioni sono riuscite ad erogare più test rispetto al 2019, mettendo in evidenza una notevole capacità strategico-organizzativa”, precisa.

Secondo Diego Serraino, Centro di Riferimento Oncologico, IRCCS, Aviano- direttore Registro Tumori del Friuli-Venezia Giulia, “gli effetti del ritardo sulla diagnosi precoce sono al momento difficilmente quantificabili. Le conseguenze cliniche, in particolare un possibile avanzamento dello stadio al momento della diagnosi, possono essere maggiori per lo screening mammografico e quello colorettale, come emerso dall’indagine condotta da Siapec. È stato stimato che il 52% delle donne italiane cui è stato diagnosticato un tumore siano guarite o destinate a guarire. Tra gli uomini, tale percentuale è più bassa (39%) a causa della maggior frequenza di neoplasie a prognosi più severe”. Serraino aggiunge che “la frazione di guarigione supera il 75% per il cancro della prostata e, in entrambi i sessi, per quello della tiroide e i melanomi. Per i pazienti, sapere di avere un’attesa di vita simile a quella delle persone non ammalate è di primaria importanza. L’incertezza sul futuro ha un impatto negativo sulla qualità di vita e la conferma che un pieno recupero e una guarigione sono possibili ha importanti ricadute su molti aspetti pratici della vita. Apre ai pazienti le porte alla possibilità di un completo reinserimento lavorativo e sociale”.

La presidente Fondazione Aiom, Stefania Gori, afferma che la “Fondazione Aiom ha effettuato uno studio per indagare gli aspetti psicosociali dei pazienti oncologici durante la prima ondata della pandemia, distribuendo un questionario ad aprile e maggio 2020. Hanno risposto circa 500 pazienti. Il 60% ha riferito di essersi sentito molto al sicuro nella propria struttura oncologica”. Tuttavia, sottolinea Gori, “il 56,5% ha espresso il timore che il proprio personale medico potesse ammalarsi di Covid e ha riferito la paura di interrompere le cure antitumorali. E, proprio a causa della paura, il 34% ha affermato di aver contattato il proprio medico più frequentemente che in passato o di aver annullato le visite con l’oncologo (13%). La maggior parte dei pazienti (88%) ha percepito cambiamenti nella propria vita rispetto al periodo pre-pandemia. Il 93% ha inoltre riferito di ‘sentirsi più vulnerabile’ rispetto al Covid a causa della propria malattia. Circa un paziente su cinque – fa sapere ancora Gori – ha chiesto aiuto psicologico, uno su sei ha assunto farmaci psicotropi per l’ansia e più della metà ha fatto ricorso a pratiche di rilassamento per moderare lo stress. Da qui la necessità di garantire una presenza strutturata di psico-oncologi nelle oncologie per fornire assistenza ai pazienti, ai familiari e caregiver e al personale sanitario”.

La responsabile scientifico Passi e Passi d’Argento, Istituto superiore di sanità, Maria Masocco, ricorda che “gli stili di vita sani rappresentano l’arma più importante per sconfiggere il cancro. Quasi il 30% dei cittadini è sedentario. Dal 2008 la sedentarietà nella popolazione adulta è aumentata, in particolare al Sud, dove è passata dal 35% nel 2008 a valori che raggiungono quasi il 45% nel 2019. Più di quattro adulti su dieci sono in eccesso ponderale, ovvero il 31,5% in sovrappeso e il 10,8% obeso, con un trend in crescita per l’obesità, non solo nel Sud ma anche al Nord”. Masocco prosegue infine spiegando che “la pandemia ha fatto segnare, nel 2020, una battuta d’arresto anche nel calo del numero dei fumatori, progressivamente registrato fra il 2008 e il 2019. Questo rallentamento è sostenuto in particolare dalle donne con più di 35 anni, fra le quali, per la prima volta dal 2008, si registra un’inversione di tendenza con un aumento, modesto ma non trascurabile, della quota di fumatrici. Anche la quota di chi tenta di smettere di fumare scende dal 36% del 2019 al 31% durante la pandemia, in particolare dal 39% al 31% fra le donne”, conclude.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia