Il disegno di legge di iniziativa popolare per il taglio dell’Iva sui prodotti per l’igiene femminile e la prima infanzia è stato depositato oggi alla Camera. Comincia così l’iter parlamentare della proposta ‘Frescura-Menia Corbanese-Belfi’, presentata il 18 febbraio scorso alla Corte di Cassazione e che in poco più di tre mesi ha superato le 50.000 firme minime necessarie, raggiungendo solamente online 66.793 firme. Il taglio dell’Iva per abbassare l’aliquota dal 10% al 5% per assorbenti, coppette mestruali, pannolini, latte in polvere, seggiolini per gli autoveicoli e altri prodotti per la prima infanzia, è una misura che può far risparmiare a una famiglia italiana tra i 250 e i 300 euro all’anno e il costo stimato per lo Stato è di circa 180 milioni di euro, fanno sapere i promotori del Ddl. La presentazione del Ddl si è svolta nella sede dell’Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia (Anpci), a Roma, alla presenza, tra gli altri, di Luca Frescura, presidente di Giovani&Futuro, Thomas Menia Corbanese, vicepresidente di Giovani&Futuro e sindaco di Danta di Cadore,Sabrina Vitale, presidente sezione Campania di Giovani&Futuro e Arturo Manera vicepresidente Anpci.
“Oggi abbiamo depositato alla Camera dei Deputati- spiega Frescura- un disegno di legge d’iniziativa popolare. Un’iniziativa in cui ci abbiamo creduto fin dal primo momento, a febbraio, quando l’abbiamo depositata in Corte di Cassazione. Dopo soli tre mesi siamo riusciti a raccogliere, anzi superare, le 50.000 firme necessarie per presentare il testo in Parlamento. Il nostro disegno di legge vuole ovviamente sostenere l’equità, sostenere le famiglie italiane ed è fondamentale in questo periodo storico segnato da una difficoltà economica pregnante. È un’iniziativa di legge promossa da giovanissimi: i proponenti che si sono recati in Cassazione avevano un’età media di poco superiore ai 23 anni, probabilmente il gruppo di proponenti più giovani della storia della Repubblica. Ora ci auguriamo che il Parlamento possa prendere atto della nostra iniziativa, rispettare anche le firme di numerosi cittadini che l’hanno sostenuta in pochissimo tempo e che questa iniziativa possa vedere la luce, perché le nostre famiglie chiedono risposte concrete a una politica purtroppo assente. All’interno del nostro disegno di legge proponiamo anche la dotazione finanziaria: per finanziare questa proposta abbiamo stimato dei costi per lo Stato di 180 milioni di euro. Abbiamo spulciato le carte, abbiamo scoperto che le dotazioni di Camera e Senato, nonostante il taglio dei parlamentari, sono rimaste invariate. Parliamo quasi di un miliardo e mezzo di euro. Quindi proponiamo un taglio a queste dotazioni per finanziare questa importante proposta che può aiutare concretamente le famiglie italiane”.
