Rosso su sfondo bianco, con una forte caratterizzazione del percorso del Sì per la donazione, nel contempo rappresentativo del traguardo raggiunto e aperto al futuro. È stato presentato, nella sede di Aido nazionale, il nuovo logo dei 50 anni dell’Associazione Italiana per la Donazione di organi, tessuti e cellule (prodotto dello studio Romboli associati), che va ad affiancarsi a quello istituzionale in vista dell’anniversario che ricorrerà il prossimo 26 febbraio.
“Un traguardo e insieme una ripartenza, che sarà celebrato con eventi in tutta Italia, facendo risuonare ancora più forte il Sì alla donazione che è un Sì alla vita- ha spiegato la presidente nazionale Flavia Petrin, affiancata da tutti i componenti della Giunta di presidenza- Senza donazioni non possono esserci trapianti, ma senza i Sì non possono esserci donazioni. E questo Sì alla donazione deve diventare sempre di più una scelta consapevole, sapendo che è possibile a ogni età, anche dopo i 90 anni”.
Ospiti e testimonial dell’iniziativa odierna sono stati il giornalista e conduttore televisivo Gianni Ippoliti, che da tempo sostiene il lavoro di Aido e che ha lanciato un forte appello: “Ci sia maggiore attenzione alla donazione di organi, tessuti e cellule, da parte dei media, servizio pubblico radio televisivo compreso”; e la socia Mariangela Sacchitelli, che proprio il 26 febbraio 2023 compirà, anche lei, 50 anni.
La presentazione del logo è stata l’occasione per fare il punto sulle attività di Aido, i cui obbiettivi sono tre: promuovere la donazione di organi, tessuti e cellule; promuovere gli stili di vita sani per prevenire le malattie; promuovere la raccolta delle manifestazioni di volontà favorevoli alla donazione. Su quest’ultimo punto, in particolare, una svolta importante è arrivata con DigitalAido, che dà la possibilità di esprimere il Sì con un velocissimo “clic” su web o apposita app, 365 giorni all’anno, 24 ore al giorno. “In un anno- ha sottolineato Petrin- sono state raccolte ben 22.058 sì, contro le 6 mila che si registravano in precedenza, con una grande adesione dei giovani visto che il 40% di queste manifestazioni favorevoli è arrivata dagli under 30”.
Al 31 ottobre scorso, i soci di Aido sono 1.430.529 (in maggioranza, 56,34%, donne); i volontari attivi più di 8 mila; negli ultimi 7 anni, dato molto rilevante, più della metà dei nuovi soci è giovane avendo tra i 18 e i 35 anni.
Risultati importanti anche dal Centro Nazionale Trapianti: colmato il gap post Covid, il 2022 segna +7,4% di donatori utilizzati; bene anche i trapianti da pazienti Covid: ben 167 da 91 positivi. Il direttore Cardillo: “Ma bisogna fare ancora di più perché il numero dei trapianti effettuati in un anno è meno della metà delle persone in lista d’attesa, che sono 8 mila. C’è poi da lavorare sulla disomogeneità tra regioni e per ridurre la percentuale delle opposizioni, attorno al 30, quasi sempre frutto di disinformazione o di paura”.
Collegato da remoto è intervenuto anche il direttore del Centro Nazionale Trapianti Massimo Cardillo che, dal canto suo, ha messo in evidenza alcuni dati molto significativi. “L’Italia è stato il Paese europeo che ha meglio contenuto l’impatto della pandemia Covid, in termini di numero di trapianti eseguiti, e già nel 2021 ha recuperato il calo del 10% registrato nel 2020. Al 24 ottobre 2022 sono stati utilizzati 1.170 donatori, con un ulteriore incremento del 7.4% rispetto al 2021. In proiezione annuale, questo numero si traduce in 24,4 donatori per milione di abitanti, che costituisce il record storico di attività”, ha illustrato Cardillo, aggiungendo che “l’Italia è stato il primo Paese a dimostrare che, in determinate condizioni, è possibile utilizzare con sicurezza anche gli organi dei donatori positivi al Covid. Sono stati eseguiti in questo programma 167 trapianti da 91 donatori e sono stati registrati solo tre casi di positività nei riceventi dopo il trapianto, peraltro tutti risoltisi favorevolmente”.
Oggi la Rete Trapianti italiana è solida ed è un pilastro importante del Sistema sanitario nazionale. Il trapianto è un livello essenziale di assistenza, garantito a tutti i cittadini, ma esiste ancora un divario importante tra il numero di pazienti in attesa, circa 8 mila organi, e il numero di trapianti eseguiti, circa 4 mila ogni anno.
“Esiste ancora- ha rilevato Cardillo- una notevole disomogeneità nei numeri dei donatori segnalati e utilizzati nelle regioni, con differenze anche del 400% tra una regione e l’altra. Inoltre, c’è ancora un 30% delle persone che si oppone alla donazione degli organi dopo la morte, dato che riguarda sia le dichiarazioni in vita che quelle dei familiari del deceduto in rianimazione. Queste opposizioni sono quasi sempre il frutto di disinformazione o di paura: su questi temi le Associazioni come Aido possono fare molto, lavorando nei territori sulla comunicazione ai cittadini, per migliorare il livello di conoscenza su queste tematiche”. Negli ultimi vent’anni sono stati 23.507 i donatori utilizzati per 66.734 trapiantati.
50 anni dell’Associazione Italiana per la Donazione di organi
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