Non c’è solo un aumento imponente dei tentativi di suicidio tra i giovanissimi tra i 12 e i 18 anni, il covid ha fatto registrare anche un amento dei casi di anoressia tra i bambini di 10 e 12 anni.
Come riporta il quotidiano La Repubblica, in un articolo scritto dalla giornalista Marina de Ghantuz Cubbe, nel solo Lazio durante l’emergenza sanitaria da Covid-19 i disturbi dell’alimentazione sono cresciuti del 30% e le strutture a cui rivolgersi sono insufficienti.
Disturbi di anoressia, bulimia e problemi alimentari sono aumentati del 30% tra i giovanissimi, arrivando addirittura a colpire piccoli che hanno appena compiuto 10 anni.
Segno di disagio, una malattia subdola, che richiede cure e spesso è devastante.
“Se mancano le cure, per l’anoressia si muore”, avverte Laura Dalla Ragione, psichiatra e referente del ministero della Salute per i disturbi alimentari.
In Italia, secondo uno studio reso noto dal Ccm (Centro nazionale per il controllo e la prevenzione delle malattie), l’età dei ragazzi che manifestano problemi di anoressia è in costante diminuzione.
“Registriamo una crescita dei casi tra chi ha 10-12 anni d’età e ancora una volta è stato l’isolamento forzato a penalizzare i preadolescenti”, ha spiegato la psichiatra.
Un parere fondamentale, visto che l’anoressia non evidenzia solo problemi fisici, ma ha anche cause che provengono dalla mente, dall’emotività, dalla psiche. Chi ne soffre generalmente nega il problema e non chiede né accetta aiuto. L’intervento quindi rischia di essere spesso tardivo, quando cioè il problema è già in uno stadio avanzato.
Nel Lazio, nei primi sei mesi del 2019 i casi sono stati 163.547, ma nello stesso periodo del 2020 ci sono stati 230.458 nuovi casi.
Da uno studio risulta che i pazienti sono stati vittime di bullismo, con la conseguenza che molti adolescenti si chiudono in se stessi e non comunicano il disagio, che però manifestano in altro modo, ad esempio attraverso l’uso scorretto del cibo.
di Redazione Altovicentinonline