a cura di Hummanitas
Esiste un forte legame bidirezionale tra la mente e l’apparato gastrointestinale: l’intestino è spesso definito il “secondo cervello” a causa della sua complessità e della sua connessione diretta con il sistema nervoso centrale. Condizioni di stress intenso, nonché disturbi come ansia e depressione, possono influenzare negativamente il funzionamento del sistema digerente. Questo rapporto è evidente, ad esempio, nelle persone con sindrome del colon irritabile, che spesso manifestano anche difficoltà legate al sonno o alla sfera emotiva. Allo stesso modo, periodi di forte stress o squilibri psicologici possono aumentare l’acidità gastrica e peggiorare il reflusso gastroesofageo.
I rimedi al reflusso gastroesofageo
Apportare modifiche allo stile di vita e alle abitudini alimentari può aiutare a prevenire il reflusso e ridurre il rischio di complicanze.
Alimentazione
In caso di reflusso gastroesofageo, l’alimentazione gioca un ruolo importante ed è importante scegliere cibi facilmente digeribili e poco irritanti, come per esempio:
- Farine integrali
- Carni bianche (pollo, tacchino)
- Verdure cotte
- Uova
- Latticini magri (es. ricotta).
L’idratazione è fondamentale: è opportuno bere due litri d’acqua al giorno possibilmente lontano dai pasti, così da evitare di diluire i succhi gastrici e rallentare il processo digestivo.
Le spezie vanno moderate, privilegiando curcuma e zenzero, che aiutano la motilità dell’apparato digerente e attenuano i sintomi del reflusso.
Gli alimenti grassi e acidi possono peggiorare il reflusso. È consigliabile limitare il consumo di:
- Pomodori
- Agrumi
- Insaccati e carni affumicate
- Formaggi grassi
- Sughi e salse
- Fritti
- Cioccolato
- Caffè e alcol.
Modifiche allo stile di vita
Alcune abitudini possono contribuire a ridurre il reflusso:
- Non sdraiarsi subito dopo aver mangiato: aspettare almeno 2-3 ore prima di andare a letto
- Dormire con la tastiera del letto rialzata di circa 15-20 cm
- Fare una cena leggera
- Mantenere un peso corporeo sano, riducendo il peso in caso di sovrappeso o obesità
- Smettere di fumare
- Ridurre lo stress.
Terapia del reflusso gastroesofageo
Se le modifiche allo stile di vita non bastano, lo specialista potrebbe suggerire una terapia farmacologica mirata a ridurre i sintomi, guarire eventuali danni all’esofago e prevenire le complicanze. I trattamenti includono:
- Inibitori di pompa protonica, farmaci che bloccano la produzione di acido nello stomaco (es. omeprazolo, lansoprazolo, rabeprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo). Sono spesso il trattamento di prima linea della malattia da reflusso gastroesofageo
- Antiacidi per neutralizzare l’acidità gastrica
- Antagonisti dei recettori H2 (H2 antagonisti) per ridurre la produzione di acido nello stomaco come famotidina e ranitidina
- Procinetici, farmaci che aiutano a migliorare lo svuotamento dello stomaco e la motilità dell’esofago, impedendo il reflusso dopo i pasti.
Nei casi più gravi o quando la terapia medica non è sufficiente, può essere considerato un intervento chirurgico o tecniche endoscopiche anti-reflusso per rinforzare la valvola tra stomaco ed esofago.
Il reflusso gastroesofageo è un disturbo comune, ma con le giuste abitudini e, se necessario, una terapia mirata, si può tenere sotto controllo e migliorare la qualità di vita. Se i sintomi persistono, è importante consultare uno specialista per evitare complicanze.
