La sentenza della Corte d’Appello di Torino condanna l’Inail a corrispondere una rendita vitalizia da malattia professionale a un dipendente di Telecom Italia, Roberto Romeo, affetto da neurinoma del nervo acustico. Per i giudici c’è un nesso con l’utilizzo frequente del telefono fatto dal lavoratore, anche 4 o 5 ore al giorno.

‘Una sentenza storica, come lo era stata quella di Ivrea, la prima al mondo a confermare il nesso causa-effetto tra il tumore e l’uso del cellulare – spiegano gli avvocati Stefano Bertone e Renato Ambrosio dello studio Ambrosio&Commodo di Torino, che hanno seguito la vicenda – La nostra è una battaglia di sensibilizzazione. Manca informazione, eppure è una questione
che interessa la salute dei cittadini. Basta usare il cellulare 30 minuti al giorno per 8 anni per essere a rischio’.

 

Codacons: ‘Sulla scatola indicare pericolosità’

Inserire sulle confezioni dei telefoni cellulari indicazioni sulla pericolosità per la salute umana, come viene fatto sui pacchetti di sigarette. E’ la richiesta ribadita dal Codacons, che commenta con soddisfazione la sentenza della Corte d’Appello di Torino. “Ancora una volta – afferma il presidente Carlo Rienzi – viene confermata la pericolosità dei cellulari per la salute umana. Dallo Iarc all’Oms, passando per i recenti studi condotti dal National Toxicology Program degli Stati Uniti (NTP) e dall’Istituto Ramazzini, tutti gli enti di ricerca affermano senza ombra di dubbio come l’esposizione alle onde elettromagnetiche prodotte dai telefonini sia potenzialmente cancerogena. I cittadini – conclude Rienzi – hanno ora il diritto di essere informati riguardo i rischi che corrono, e per tale motivo non basta avviare campagne informative: serve apporre sulle confezioni dei telefonini avvisi circa i rischi per la salute, al di pari di quanto già avviene con i pacchetti di sigarette”.

Secondo gli esperti il rischio è potenziale ma mancano prove concrete

All’indomani della sentenza che ha stabilito un legame tra l’uso eccessivo e prolungato nel tempo del telefono cellulare e l’insorgenza di tumori, gli esperti del mondo scientifico pongono un freno: non c’è prova certa di questo rischio.

Oggi un medico oncologo interpellato dall’agenzia stampa Adnkronos Salute – il direttore del reparto di Oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli Irccs di Roma, Antonio Ruggiero – dice che “Esiste una potenziale correlazione tra l’uso dei telefonini e il rischio di sviluppare un tumore, ma ad oggi non esiste un’evidenza scientifica che permette di porre effettivamente in relazione l’esposizione a fonti elettromagnetiche e le neoplasie cerebrali. Questo perché ci sono degli studi con pochi casi e uno scarso ‘follow up’, dove ci sono molte variabili che entrano in gioco per capire effettivamente il ruolo singolo delle onde elettromagnetiche“.

Sulla questione aperta interviene anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, che risponde così ai giornalisti di Adnkronos: “Le sentenze si rispettano sempre e in ogni caso. Sulle materie di natura scientifica, per quanto mi riguarda è vincolante quello viene affermato dagli istituti scientifici internazionali a partire dall’Oms e in Italia dall’Iss“.

Lo stesso avvocato Renato Ambrosio, difensore del lavoratore nel caso deciso ieri con la sentenza della Corte d’Appello di Torino che ha stabilito il nesso tra un tumore cerebrale e l’uso prolungato del telefonino dichiara all’Adnkronos “La sentenza della Corte d’Appello di Torino è storica, così come lo è stata quella del Tribunale di Ivrea nel 2017. Quello che mi aspetto ora è che serva ad aumentare la
sensibilità su tutto ciò che non si conosce con certezza sul l’influenza delle onde elettromagnetiche sulla salute delle persone, in particolare dei minori”.

“Perché questa sensibilità aumenti – aggiunge il legale che insieme al collega Stefano Bertone ha assistito il lavoratore – occorre che ci sia molta serietà nelle valutazioni che devono essere fatte da soggetti indipendenti dal qualsiasi condizionamento diretto o indiretto, come è stato nel caso delle sentenze della Corte d’Appello di Torino e del Tribunale di Ivrea. Il cellulare si può usare ma occorrono regole certe date a livello nazionale dai ministeri competenti”, conclude Ambrosio.

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