A metà agosto erano già più di 200 mila le richieste per il bonus psicologo in Italia, ma il numero è destinato a salire. Lo dice all’Agi Mara Fiaschi, presidente dell’Ordine degli psicologi della Liguria, con la quale abbiamo provato a capire i numeri, ma anche la portata sociale di questo strumento introdotto dal governo Draghi. «Intanto, ci aspettiamo che il dato aumenti ancora perché ci sono altri due mesi a disposizione, visto che il 24 ottobre scadrà il termine per presentare le domande – sottolinea -. Basti pensare che nei primi tre giorni di apertura delle domande, a luglio, ne sono pervenute a livello nazionale 150 mila, tanto da spingere il governo a rifinanziare il fondo con altri 15 milioni, arrivando a 25 milioni».

Si tratta di persone, non di numeri: si è registrato un aumento dei minori che hanno dovuto ricorrere a sostegno psicologico perché «hanno subito l’impatto maggiore della pandemia, manifestando un incremento di forme depressive, forme ansiose, di atti autolesionistici o di disturbi del comportamento alimentare». Il disagio però ha interessato trasversalmente tutta la popolazione: solo guardando alla Liguria, dal monitoraggio che l’Ordine regionale compie ormai da tre anni sulla salute psicologica dei cittadini, «il 66% degli intervistati, tra i 18 e gli 80 anni, ha dichiarato di aver sofferto di una sintomatologia depressiva: di questi il 57% nella forma lieve e moderata, il 9% in forma grave – dice Fiaschi – Stesso discorso per l’ansia: il 66% ne ha sofferto, di cui il 58% in forma lieve e l’8% in maniera grave». Tutto questo, ricorda la professionista, è avvenuto a livello nazionale ed è andato a impattare sui rapporti interpersonali, sulla scuola, sul lavoro e «occorre porre attenzione a questo».

Sul fronte minori, vista anche «l’impennata di episodi di violenza, microcriminalità e autolesionismo, dobbiamo fermarci, riflettere, non andare solo dietro episodi di cronaca, ma seguire una progettazione strutturale. La ripresa dell’anno scolastico senza restrizioni, riporterà certo ad una normalità – sottolinea – ma resta la necessità di accompagnare i ragazzi nel percorso di crescita: occorre intervenire il prima possibile. Bisogna spiegare loro che nella vita si possono incontrare difficoltà, che bisogna accettare gli insuccessi, i limiti che la realtà impone, mettendo in campo le proprie risorse che genitori e insegnanti devono aiutare a riconoscere. E che, se necessario, è giusto rivolgersi ad un professionista – ricorda – Se non parliamo di questo, non possiamo superare questi ostacoli». Ed è per questo che, «al di là di provvedimenti importanti, ma parziali come il bonus, bisogna affrontare il fatto che abbiamo una rete psicologica inadeguata – conclude Fiaschi – nel pubblico, nella scuola, nei servizi sociali questa rete è assolutamente carente, mentre – se supportata – fornirebbe un’assoluta prevenzione e cura della popolazione».

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