I metalli usati per i coloranti, infatti, rimangono dispersi nell’ambiente per giorni dopo l’evento. Per realizzare i fuochi d’artificio vengono utilizzati anche metalli pesanti ed altamente tossici quali piombo, cromo, antimonio. Il loro utilizzo è stato vietato in America ed Inghilterra. Il particolato con diametro di 10 e 2.5 micron, generato durante la combustione, rimane sospeso in aria. In particolare, i PM2.5 possono dare gravi problemi respiratori e cardiovascolari. Clorati e perclorati vengono utilizzati per aumentare l’effetto scenico di alcuni colori rendendoli più brillanti, ma quantità elevate di perclorati possono contaminare le falde acquifere nelle immediate vicinanze del luogo dove vengono utilizzati i fuochi d’artificio. Inquinanti gassosi quali biossido di azoto (NO2) e biossido di zolfo (SO2), monossido di carbonio (CO) e biossido di carbonio/anidride carbonica (CO2) vengono prodotti e liberati in grandi quantità durante la combustione dei fuochi d’artificio. Possono portare a problemi respiratori ed asma.
“Anche l’ozono (O3) – conclude il prof. Tortora – rientra tra i potenziali inquinanti prodotti durante l’utilizzo di fuochi d’artificio. L’ozono è una molecola molto reattiva formata da 3 atomi di ossigeno e la sua presenza a terra in elevate quantità può portare gravi problemi respiratori. Si genera a partire dall’ossigeno atmosferico molecolare (O2) per aggiunta di un ulteriore atomo di ossigeno.
La reazione può avvenire grazie alla presenza dei famosi inquinanti NOx (NO, NO2 etc.), ma anche grazie all’energia generata dalle emissioni luminose prodotte dallo scoppio dei fuochi”.
