Il Covid non è alle spalle, è una endemia. È ormai diffuso costantemente e non è destinato a scomparire proprio perchè è un virus endemico. D’altronde sapevamo fin dall’inizio che non si trattava di un virus eliminabile”. Lo precisa all’agenzia Dire il presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg), Claudio Cricelli.
Il Covid rimane tra noi, continua a mutare, prosegue nel cambiare i propri lignaggi e ceppi– aggiunge- ed è per questo che dobbiamo continuare a esercitare una grande attenzione verso la popolazione più fragile e a proteggerla: basti pensare che la scorsa settimana il Covid ha fatto 65 vittime e in questo periodo estivo non esistono altre cause di mortalità così elevate provocate da malattie infettive”.
Non solo. Secondo quanto reso noto dal ministero della Salutenella settimana dal 4 al 10 agosto si è passati da 5.732 a 6.056 nuovi contagi, con un tasso di positività balzato dal 4,1% al 5,2%. Il numero uno della Simg non è però preoccupato in vista dell’autunno. “Negli anni passati abbiamo avuto una elevata immunizzazione, anche se parziale, nei confronti del virus. Una immunizzazione elevata, fatta con le dosi di vaccino successive ha protetto più o meno il 75% della popolazione. E non l’ha protetta contro il rischio di contrarre l’infezione, ma contro la malattia grave, il ricovero e il decesso“.

CRICELLI: “ATTUALE SITUAZIONE DI COVID GRAZIE A STRAORDINARIA EFFICACIA DELLE CAMPAGNA VACCINALI”

“Paradossalmente- precisa Cricelli- la situazione attuale di Covid è la conferma della straordinaria efficacia delle campagne vaccinali. E anche se il virus è evoluto, lo ha fatto all’interno di un sistema in cui il virus stesso non può esplicare la sua capacità offensiva, perchè ovunque si giri trova persone che reagiscono, producono anticorpi, lo riconoscono”.
Il presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie informa poi che “tutto quello che sta accadendo fa parte di un modello evolutivo che le autorità sanitarie del Paese avevano già previsto e delineato. Compreso il fatto che il vaccino che verrà somministrato alla fine dell’anno non somiglia a nessuno dei vaccini del passato, che oggi sarebbero praticamente inefficaci: il virus, infatti, è così profondamente cambiato che il primo vaccino fatto a dicembre 2020, oggi farebbe il solletico al virus. C’è, dunque, un aggiornamento dei vaccini”.

L’INCUBAZIONE DEL VIRUS

Cricelli accende poi i riflettori sulle tempistiche di incubazione del virus. “Con il passare del tempo il Covid è diventato molto più diffusivo e la sua incubazione dura sempre meno, siamo intorno ai due giorni. Anche questa, però, è una caratteristica attesa dell’evoluzione di tutti i virus: man mano che evolvono e cambiano ceppi e lignaggi diventano infatti meno aggressivi ma si specializzano nel diffondersi con più facilità all’interno della popolazione. Tutto questo fa parte di un modello già previsto da almeno due anni”.
“Come tutti i virus respiratori- ricorda inoltre- anche il Covid colpisce dove trova una popolazione fragile, vulnerabile, che presenta numerose patologie. Ciò che dobbiamo fare, lo ripeto, è prenderci cura di queste persone, specializzarci nella protezione delle fasce deboli della popolazione del nostro Paese, perchè sono proprio quelle che poi pagano il prezzo più alto in termine di salute”.

I SINTOMI ATTUALI

Dall’incubazione ai sintomi. “Restano sempre quelli respiratori delle prime vie aeree: i vaccini attuali non riescono a impedire al virus di entrare- conclude il numero uno della Simg- perchè non agiscono dove entra l’aria, ovvero il naso e la bocca, ma agiscono un po’ più giù. Ecco che il virus dà i sintomi tipici del contagio delle vie aeree superiori, naso e gola: avremo, dunque, raffreddore e mal di gola“.

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