Il frigorifero di casa non raffredda quanto dovrebbe. I risultati di una delle pochissime ricerche sull’argomento realizzata dalla rete degli Istituti zooprofilattici fa emergere che: oltre il 30% degli elettrodomestici testati ha una temperatura superiore alla media, in alcuni superano addirittura i 12°C, mentre la temperatura all’interno è mediamente 7,4°C. Quando la temperatura è così elevata i problemi possono nascere ed è giusto preoccuparsi. Di seguito pubblichiamo un vademecum in 10 punti pubblicato dal ministero della Salute che fornisce alcuni suggerimenti sulle buone pratiche da seguire.
2. Ogni zona del frigorifero ha temperature diverse. Il punto più freddo è la mensola più bassa, posizionato sopra il cassetto per le verdure (circa 2 °C), mentre la parte meno fredda è rappresentata dallo sportello. Tuttavia, poiché i frigoriferi di nuova generazione hanno differenti sistemi di refrigerazione, solo il libretto delle istruzioni può dare indicazioni precise sulla gestione degli spazi interni.
4. Ogni alimento ha la sua “temperatura di conservazione”. Carne e pesce devono sostare nella parte più fredda (solitamente il comparto più in basso). Il pesce eviscerato e lavato, deve essere consumato entro 24 ore. La carne ha tempi di conservazione diversi a seconda del tipo di taglio e composizione: deve essere consumata entro 24 ore se macinata, entro 48 ore se di pollo o tacchino, entro 3 giorni nel caso di affettati non confezionati e carne fresca in genere. La parte centrale dell’elettrodomestico (di solito 4-5 °C) è adatta a uova, latticini, dolci a base di creme e panna e agli alimenti da conservare in frigorifero “dopo l’apertura”. Nella zona a temperatura maggiore (di solito il cassetto nella parte bassa) si conservano le verdure e la frutta che possono essere danneggiate da temperature troppo basse. Le mensole all’interno della porta sono i punti più caldi e sono destinati ai prodotti che necessitano solo di una leggera refrigerazione (es.bibite, burro).
5. Alcuni alimenti non hanno bisogno di essere refrigerati, anzi, potrebbero essere danneggiati, come per esempio la frutta esotica, gli agrumi (il freddo può farli diventare amari), i pomodori, i fagiolini, i cetrioli e le zucchine; il pane diventa raffermo più velocemente con le basse temperature. La frutta non ancora matura deve essere conservata a temperatura ambiente.
6. Le pietanze vanno fatte raffreddare completamente prima di essere riposte in frigorifero: in questo modo si evitano condense e bruschi innalzamenti di temperatura all’interno.
7. Separare gli alimenti crudi da quelli cotti o pronti per essere consumati: questo evita che microrganismi, eventualmente presenti nei primi, vengano trasferiti ad alimenti che non devono subire trattamenti termici prima del consumo.
8. È buona norma conservare gli alimenti in contenitori puliti o nelle confezioni originali, perché sull’etichetta ci sono le indicazioni sulla scadenza e sulla conservazione. Anche i cibi preparati in casa devono essere conservati con cura in contenitori puliti e con coperchio. Prima di chiudere i contenitori è buona norma attendere il raffreddamento per evitare che il vapore si condensi sul coperchio ricadendo poi sul cibo.
9. Effettuare la pulizia frequentemente, utilizzando prodotti specifici o acqua e bicarbonato e/o aceto. Mantenere il frigorifero pulito e senza accumuli di ghiaccio sulle pareti ne assicura il perfetto funzionamento e assicura la temperatura di refrigerazione. Il libretto di istruzioni indicha come effettuare una corretta manutenzione.
10. Evitare di sovraccaricare il frigorifero con troppi alimenti. L’aria fredda all’ interno deve circolare liberamente. Se non c’è sufficiente spazio tra i prodotti, l’aria non riesce a circolare e la distribuzione della temperatura non sarà più uniforme. È buona regola riporre gli alimenti acquistati di recente sotto o dietro quelli già presenti.
Testo pubblicato sul sito del ministero della Salute redatto in collaborazione con Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta