Una lunga e intensa lectio magistralis sul ruolo della scienza che se diventa troppo “autorefenziale e arrogante”, fino ad arrivare al paradosso dei “cattivi maestri” in pandemia, crea sfiducia tra i cittadini e pone le basi per credenze “anti-scientifiche” o al limite della “stregoneria”. A tenerla, alla presenza delle più alte cariche accademiche e del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, che ha svolto la sua lezione, dal titolo ‘Il senso della Scienza‘, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2021/22 dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma. Si tratta del 719esimo anno dalla fondazione dell’Ateneo più grande d’Europa.

Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, della ministra dell’Università e della ricerca Maria Cristina Messa, della rettrice dell’Ateneo Antonella Polimeni e, prima dell’intervento conclusivo del capo dello Stato, Parisi ha preso la parola e ha lanciato il suo monito davanti a una vasta platea di docenti e studenti. “Ci sono forti tendenze anti-scientifiche nella società attuale – ha spiegato – il prestigio della scienza e la fiducia in essa stanno diminuendo. Insieme a un vorace consumismo tecnologico, si diffondono largamente le pratiche astrologiche, omeopatiche e anti-scientifiche, come i No vax, e a meno di colpi di scena sarà riconosciuta da una legge dello Stato italiano una pratica, francamente stregonesca, come l‘agricoltura biodinamica“.

Un’ipotesi, quest’ultima, sulla quale è stato lo stesso Mattarella a intervenire per tranquillizzare Parisi: “Vorrei rassicurarla, Professore, sull’agricoltura biodinamica di cui ha parlato. È una questione che sta nel Parlamento e io notoriamente non posso pronunciarmi.
Ma posso ben dire, perché diventasse legge, che vi sono alcuni altri passaggi, anche parlamentari anzitutto, che rendono lontana questa ipotesi“.

Le responsabilità e l’arroganza di certi scienziati

Il premio Nobel sottolinea che “non è facile capire a fondo l’origine di questo fenomeno. È possibile che questa mancanza di fiducia nella scienza, che arriva fino al nostro Parlamento, sia dovuta anche ad una certa arroganza degli scienziati che presentano la scienza come sapienza assoluta, rispetto ad altri saperi opinabili, anche quando in realtà non lo è sempre. Proprio il rifiuto ad accettare i propri limiti può indebolire a volte il prestigio degli scienziati che a volte sbandierano una arroganza e una eccessiva sicurezza che non è autentica. A volte i cattivi divulgatori presentano i risultati della scienza quasi come una superiore stregoneria comprensibile solo agli iniziati. In questo modo, chi non è scienziato, di fronte a una scienza percepita come magia inaccessibile puo’ essere spinto a mettere sullo stesso piano e a preferirle altre speranze irrazionali”.

Ma forse, osserva Parisi, “le difficoltà attuali hanno origine più profonde: siamo dentro a un periodo di profonda sfiducia nei poteri costituiti di qualunque genere. E quindi anche della comunità scientifica, sospettata di collusione con potenti interessi economici e di pessimismo sul futuro. Una volta si pensava che il futuro sarebbe stato necessariamente migliore del presente, ora si è intaccata la fede nelle magnifiche sorti progressive della umana gente. Molti temono che le future generazioni saranno peggio di quelle attuali, e la scienza adesso riceve il biasimo del declino”.

La paura di vaccinarsi è irrazionale

Fin dall’inizio era chiaro – ha dichiarato lo studioso – che il Covid era una malattia che avrebbe potuto fare tranquillamente più di mezzo milione di morti in Italia se non ci fossero state le misure di contenimento. Queste sono state sufficienti a ridurre le morti da un numero estremamente elevato (130mila), ma si sarebbero dovute continuare per un periodo illimitato se non ci fosse stata la possibilità di fare i vaccini. I vaccini hanno fermato la crescita dei casi che c’è stata questa estate a causa della variante Delta, e sono stati cruciali quindi per permetterci una vita che sta diventando sempre più normale”.

Parisi prosegue: “La terza dose è fondamentale per le persone che sono particolarmente a rischio sia per quanto riguarda l’età che per altre patologie, e quindi io la faccio volentieri perché rafforza enormemente le difese delle prime due dosi, che pur essendo sostanziali stanno un po’ diminuendo con il passare del tempo. La paura di vaccinarsi è irrazionale“, ha concluso il Premio Nobel.

Agenzia Dire

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