Il Presidente del’Inps, Tito Boeri, è pronto a far assumere all’Ente di Previdenza le nuove responsabilità sui controlli fiscali nei confronti dei lavoratori in permesso di malattia, così come delineano le norme del Testo Unico sul pubblico impiego, che toglie la facoltà di controllo all’Asl per affidarla unicamente ai medici Inps.
Lo afferma nell’ambito di un Convegno tenutosi alla Camera dei Deputati, promosso per delineare l’ipotesi di studio. Tuttavia, l’accettazione dell’Inps non è priva di appunti. Per realizzare il sistema di visite fiscali “armonizzate ed estese: almeno 7 ore per tutti i lavoratori, pubblici e privati” – al momento le fasce per le visite fiscali sono due in entrambi i settori ma nel privato vanno dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19 mentre nel pubblico sono fissate dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 – l’Istituto avrà necessità di implementare le risorse.
“Siamo pronti a prenderci in carico le nuove responsabilità – ha dichiarato Boeri – ma è impensabile agire a risorse date”.
La proposta dell’estensione dei controlli, dati alla mano, sarà motivo di grandi risparmi nella spesa pubblica. Questo, secondo quanto riportato alla Camera da Boeri, sarà ancora più vero se verranno resi più stringenti i controlli sui permessi consentiti dalla legge 104.
Infatti, bisogna tenere a mente che lo Stato spende ogni anno circa 3 miliardi di euro per mantenere in piedi la macchina delle agevolazioni sul lavoro derivanti proprio dalla legge in questione, numeri molto grossi che farebbero pensare alla presenza di situazioni da monitorare più da vicino, per evitare dispendiose furberie. Boeri continua dicendo:
“Sempre nel settore pubblico ci sono differenze molto forti tra gli stessi comparti che non si spiegano con l’età dei soggetti e che farebbero pensare a potenziali forme di abuso”.
Esistono ancora enormi disparità tra il settore pubblico e quello privato e non si può pensare di mettere in atto un sistema volto al risparmio di risorse senza pareggiare i benefici. Boeri ha sottolineato che ci sono “differenze molto forti” nell’uso dei permessi per l’assistenza ai familiari disabili previsti dalla legge 104 nel pubblico e nel privato con 6 giorni per dipendente in media nella pubblica amministrazione e un giorno e mezzo nel privato. Ci sono differenze molto forti anche tra i comparti della pubblica amministrazione ed è questo che – ha aggiunto Boeri – “fa pensare a potenziali forme di abuso”.
Ma, oltre all’aumento delle ore di reperibilità, la proposta che più lascia perplessi è quella che riguarda l’attribuzione dell’assegno mensile d’accompagno. Per Boeri, infatti, l’assegno dovrebbe essere concesso solo alle persone con reddito basso: “I 512 euro al mese erogati per le indennità di accompagno non sono sufficienti a coprire le esigenze delle famiglie. Bisogna dunque porsi l’obiettivo di graduare i trasferimenti in base alle capacità reddituali delle famiglie, dando priorità ai redditi più bassi a discapito dei redditi più alti che possono pagare l’assistenza”.
Le iniziative suggerite dal Presidente dell’Inps saranno attuate solo a seguito di un apposito decreto interministeriale, nel frattempo, si aspettano i prossimi passi del Ministero che dovrebbero portare alla completa attuazione le iniziative proposte dalla ministra Madia: licenziamenti dei furbetti del cartellino, il taglio delle partecipate e il riordino della dirigenza sanitaria.