“E’ stato segnalato che in diverse farmacie si esercitino contemporaneamente attività di estetica e medicina estetica, per di più nei medesimi locali”. Lo rende noto l’Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti ed Ospedalità Privata (UAP), che rappresenta oltre 27.000 strutture sanitarie private, esprimendo “la massima preoccupazione per questa tendenza che viola apertamente la normativa vigente in materia sanitaria e professionale”
“L’attività di estetica è regolata dalla Legge n. 1/1990 e può essere svolta esclusivamente in locali appositamente autorizzati e conformi ai requisiti igienico-sanitari regionali. La medicina estetica, invece, è a tutti gli effetti una prestazione sanitaria, riservata a medici qualificati, da erogarsi in strutture sanitarie che rispettino i requisiti previsti dal D.P.R. 14 gennaio 1997, n. 592 (ex D.Lgs. 502/1992) – prosegue la nota -. La commistione delle due attività, esercitate all’interno della stessa farmacia e nei medesimi ambienti, senza alcuna separazione strutturale, autorizzativa e funzionale, rappresenta un pe-ricolo per la salute dei cittadini e un’intollerabile violazione delle regole. Tali attività richiedono infatti ambienti distinti, personale specificamente formato e impianti tecnici adeguati, oltre che autorizzazioni sanitarie specifiche”.
