Il vaccino contro il Covid e’ l’unica arma che abbiamo a disposizione per superare la pandemia. Se e’ vero che il virus ha colpito gli anziani, ora l’eta’ media delle persone contagiate si e’ notevolmente abbassata e come sappiamo la variante inglese, che e’ poi quella dominante, si diffonde moltissimo tra ragazzi e bambini. La fascia d’eta’ da zero fino a 16 anni ad oggi non e’ prevista nel piano vaccinale. Ma quali potrebbero essere gli sviluppi in tal senso. Le farmaceutiche e in particolare il colosso Pfizer quali studi tra i giovanissimi sta portando avanti? L’agenzia di stampa Dire ha contattato attraverso zoom la dottoressa Valentina Marino, Direttore Medico di Pfizer Italia. –

Pfizer ha annunciato da giorni che il vaccino, autorizzato dai 16 anni in poi, e’ risultato efficace anche tra i ragazzi tra i 12 e i 15 anni grazie a uno studio di fase tre condotto su 2.260 adolescenti. Che valore ha questa scoperta ed e’ possibile che gli enti regolatori tutti, non solo l’Fda, autorizzino l’uso del siero prima dell’inizio del prossimo anno scolastico cioe’ prima di settembre?

“Si’ di fatto la sperimentazione nella fascia d’eta’ compresa dai 12 ai 15 anni era gia’ iniziata in contemporanea con gli studi sulla fascia adulta della popolazione. Proprio perche’ si tratta di una fascia d’eta’ particolare si e’ voluto continuare a sperimentare e portare ad un numero piu’ elevato i soggetti inclusi nella sperimentazione. I risultati dello studio sono assolutamente incoraggianti, il vaccino e’ risultato efficace al 100% e considerato la diffusione della variante UK nella fascia d’eta’ adolescenziale e post adolescenziale, avere un’arma vaccinale per loro potrebbe costituire una svolta verso l’immunita’ di gregge. La sottomissione agli enti regolatori americani e’ stata eseguita da Pfizer e l’FDA ha ricevuto tutti i documenti necessari all’approvazione. A breve avverra’ la sottomissione in Ema e speriamo nell’approvazione dell’estensione del vaccino anche per questa fascia d’eta’”.

Quali potrebbero essere le ricadute di questa scelta sul piano vaccinale e in Italia in particolare?

“Sicuramente il piano vaccinale proseguira’ cosi’ come programmato ma e’ pur vero che la possibilita’ di vaccinare i piu’ giovani, protegge dalla diffusione dell’infezione la fascia d’eta’ che per natura e’ piu’ esposta alla vita sociale. Cosi’ facendo di conseguenza si potra’ proteggere un numero sempre piu’ elevato di persone per tornare ad una vita sociale normale. I ragazzi sono forse anche la fascia d’eta’ maggiormente penalizzata perche’ e’ il momento per loro in cui la socializzazione e’ fondamentale per un corretto sviluppo. Quindi avere la possibilita’ di un’arma vaccinale per loro sara’ di grande aiuto”.

Sempre Pfizer sta valutando nel frattempo l’efficacia del siero nei bambini tra i 6 e gli 11 anni. E’ cosi’? Sebbene i piu’ piccoli abbiano molte meno probabilita’ di sviluppare la malattia in forma grave vaccinare loro potrebbe servire ad arrivare prima alla cosiddetta immunita’ di gregge?

“Ampliare la fascia d’eta’ alla somministrazione del vaccino ci portera’ inevitabilmente ad una immunita’ di gregge. Pfizer sta sperimentando l’efficacia del vaccino fino a scendere a 6 mesi di vita. Stiamo implementando gli studi di Fase I, II e III senza soluzione di continuita’ in modo da avere questi dati nel piu’ breve tempo possibile. Per fare cio’ bisogna reclutare un numero di soggetti sufficiente per arrivare a dei dati statistici necessari per una approvazione da parte delle entita’ regolatorie. Non ci sono dati certi perche’ gli studi sono in corso. Sicuramente quello che posso dire e’ che e’ uno studio suddiviso per fasce d’eta’. C’e’ una popolazione suddivisa in gruppi dai 6 mesi ai 2 anni, dai 2 anni ai 5 anni e dai 5 anni agli 11 anni. Man mano che avremo i risultati in queste fasce d’eta’ verranno trasmesse alle entita’ regolatorie in modo da abbassare nel tempo l’eta’ in cui e’ possibile somministrare il vaccino”.

Andando un po’ oltre le maglie delle fasce d’eta’ una domanda che si fanno tutti invece a cui poter dare risposta, il vaccino di Pfizer dai dati disponibili, protegge da tutte le varianti? Sara’ necessario e se si dopo quanti mesi, sottoporsi al richiamo?

“Sono usciti due lavori che attestano l’efficacia della protezione del vaccino sulla variante inglese e sudafricana. Per quella sudafricana sono stati condotti degli studi in vitro che hanno dimostrato come di fatto il vaccino e gli anticorpi prodotti dal vaccino, siano in grado di neutralizzare la proteina spike mutata ed espressa dalla variante sudafricana. Sono in corso altrettanti studi per la variante brasiliana. Sicuramente la struttura e l’innovativita’ di questo siero permettera’ al vaccino stesso di essere modificato nel caso in cui dovessero arrivare altre varianti molto piu’ impattanti su quello che e’ l’ingresso del virus nel corpo e quindi per poter proteggerci dall’infezione. Dall’altra parte c’e’ sicuramente una collaborazione continua con gli enti regolatori per poterci aggiornare e adattare continuamente e dare possibilita’ di ipotizzare una terza dose. Al momento pero’ non sappiamo se sia necessaria. Dobbiamo ancora raccogliere dei dati di ricerca preclinica e clinica ma anche dati di ‘real word’, cioe’ dati di vita reale che ci consentira’ di capire meglio come i vaccini ci proteggono da queste varianti”.

 Perche’ anche dopo essersi vaccinati si puo’ contrarre il virus seppur in forma lieve? Si puo’ trasmetterlo?

“Ad oggi non abbiamo ancora una risposta ben precisa. Ci sono dati di soggetti vaccinati che hanno presentato nuovamente l’infezione per questo dobbiamo osservare ancora i dati di vita reale e capire in quali soggetti e quando avviene l’infezione. Lo studio di Fase III che abbiamo condotto ha evidenziato che l’infezione e’ sopraggiunta dopo la prima dose e non dopo la somministrazione della seconda. I numeri grandi della vaccinazione a livello mondiale ci permetteranno di capire il perche’ e come affrontare l’eventualita’ di trasmettere, nel soggetto gia’ vaccinato, la malattia”. –

Vuole trasmettere un ultimo messaggio confortante alla popolazione visto che con i vari stop degli altri vaccini puo’ crescere il numero degli scettici rispetto alla vaccinazione stessa se non si e’ adeguatamente informati?

“L’informazione e’ importante. Credo che oggi abbiamo tutti gli strumenti per poterlo fare in maniera adeguata e approfondita. Nel mondo in questo momento abbiamo un numero di persone vaccinato molto elevato e questo conferma la validita’ dei vaccini in termini di efficacia e sicurezza. Abbiamo esempio di paesi che grazie alla campagna svolta stanno andando incontro a riaperture di vari settori e questo ci deve far riflettere sul fatto che il vaccino e’ un’arma fondamentale per tornare alla vita normale. La scelta di vaccinarsi secondo me inoltre non e’ solo una scelta personale ma anche sociale”.

Agenzia Dire

 

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