Lo slogan recita “La medicina generale ha bisogno di te!”, la realtà dice che è il Sistema sanitario nazionale ad aver un bisogno disperato di medici di famiglia. A sollevare il tema, anche per squarciare l’indifferenza delle Istituzioni, è la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (Fimmg), che ha dato il via ad una campagna di sensibilizzazione senza precedenti. Sui giornali e nelle principali città italiane campeggia l’immagine simbolo dell’assistenza di prossimità: medici e pazienti, sia anziani che bambini, e una richiesta riassunta in un invito chiaro: “Oggi hai l’opportunità di scegliere il tuo futuro, diventa un medico di famiglia”.
Nelle settimane in cui si potrà partecipare al concorso per diventare medici di famiglia (fino al 12 giugno il tempo per presentare domanda) la Fimmg guarda alle nuove generazioni che sempre meno sono spinte a muovere i primi passi verso una branca della medicina ormai demonizzata e attaccata da più parti.
Persiste, infatti, una dialettica portata avanti da alcune regioni e da certa stampa proprio in questo periodo, che pare quasi voler scoraggiare i giovani medici a fare questa scelta. “È incredibile che sia la nostra Federazione a doversi sostituire a chi avrebbe il compito di incentivare tale scelta anche in considerazione degli investimenti fatti con le tasse degli italiani, e che resta indifferente, anzi, crea premesse incerte sul futuro di questa categoria di professionisti e sul rapporto fiduciario tra medici di famiglia e cittadini, unico caposaldo per le sfide sanitarie che aspettano il nostro Ssn”, denuncia il Segretario Generale Fimmg Silvestro Scotti.
A confermare il valore della medicina generale sono i dati: a fronte di un accesso alle cure sempre più allungato solo i tempi di attesa per un appuntamento dal proprio medico di famiglia sono bassissimi: il 73% dei cittadini viene ricevuto entro una settimana, l’87% entro due settimane, solo il 4% oltre le due settimane. “Nonostante questo- sottolinea Scotti- è stata creata ad arte, negli anni, una narrazione distorta della realtà con il risultato che i giovani oggi fuggono dalla medicina generale. Se si continua ad affiggere sulle spalle dei medici di medicina generale un bersaglio, molto presto la più grande struttura diffusa di assistenza sanitaria sul territorio sparirà”.
Non a caso, su 2.623 borse di studio disponibili per la formazione in medicina generale, solo 2.240 sono state assegnate, lasciando vacanti 383 posizioni. In alcune regioni, come Lombardia e Veneto si sono toccate punte di oltre il 40% di borse non assegnate. Tutto questo a danno dei cittadini, che già oggi vedono compresso il diritto alla salute.
Intanto, il dibattito politico continua ad essere incentrato sul falso problema del ruolo giuridico dei medici di famiglia.
“Gli accordi regionali integrativi siglati negli ultimi mesi- prosegue il leader Fimmg- rendono evidente la possibilità di realizzare all’interno della Convenzione i progetti per la medicina del territorio legati al Pnrr, compresa la collaborazione nelle Case e negli ospedali di comunità. Siamo aperti ad un confronto reale e leale, la nostra è sempre stata un’organizzazione sindacale capace di assumersi le proprie responsabilità e favorevole ad evoluzioni che si muovano nel rispetto della solidità e universalità del Servizio sanitario nazionale, ma rispetto alle risorse umane che servono per sostenere la funzione della medicina di famiglia siamo soli e oggi chiediamo un impegno verso quest’ambito dell’offerta assistenziale medica ai giovani medici e ai cittadini”.

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