Negli ultimi giorni il film già visto delle difficoltà ormai storiche in cui versano le strutture di Pronto Soccorso, legate strettamente alla falcidia di medici operata negli anni della crisi economica e aggravate dalla necessità di assicurare nel periodo estivo il doveroso e necessario riposo al personale per il ristoro di quelle capacità psico-fisiche da cui dipende la sicurezza delle cure, è stato proiettato di nuovo su tutti i media con grande risonanza, a riprova della criticità in cui versano le strutture sanitarie pubbliche in Italia.
“Finalmente – commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Carlo Palermo – ciò che l’Anaao Assomed va denunciando da almeno 10 anni, e cioè che la scomparsa di 8 mila posti di lavoro per medici, 2 mila per dirigenti sanitari e 36 mila per infermieri nonché la possibile perdita di ulteriori 16.000 specialisti entro il 2025, rende problematico assicurare la quantità e la qualità delle prestazioni sanitarie chieste dai cittadini, ha sfondato il tetto di cristallo dell’informazione e dell’attenzione degli organi di informazione e dell’opinione pubblica. Non sappiamo se questo segna anche il ritorno della sanità e dei suoi storici e inevasi problemi nell’agenda della politica”.
“Ma la cartina di tornasole – avverte Palermo – è pronta ed è vicina, e riguarda il nodo del finanziamento del FSN per il 2020 e 2021. Nelle condizioni organizzative delle strutture sanitarie, illustrate in modo attento e approfondito da tutti i media, un taglio di 3,5 miliardi nel biennio sarebbe un atto criminale contro il diritto alla salute dei cittadini e il diritto al contratto 2019/2021 degli operatori ed esiziale per la stessa sostenibilità della sanità pubblica. In modo drammatico verrebbe imboccata in maniera decisa la strada verso una sanità duale: una povera di risorse per i poveri, una ricca di tecnologie innovative e sofisticate professionalità, sostenuta da fondi sostitutivi ed assicurazioni personali, per chi gode di un censo adeguato. Il tutto accompagnato da generose detrazioni fiscali che alla fine risulterebbero a carico di tutti i contribuenti, chiamati a pagare la mutua dei pochi”.
“Il governo del cambiamento – conclude Palermo – tradirebbe così uno dei punti qualificanti del “Contratto” che lo ha fatto nascere, acconciandosi a prolungare un definanziamento della sanità pubblica, che ignora quanto cittadini e operatori denunziano, per limitarsi a fare quello che altri hanno già fatto. È questo il verso del cambiamento che si vuole imprimere al Servizio Sanitario Nazionale?”.