Gli investimenti volti a potenziare l’assistenza sanitaria territoriale in Italia “sono investimenti che abbatteranno altri costi, a cominciare da quelli per i ricoveri inappropriati”. Ricoveri impropri «che, solo nel 2022, sono stati 1 milione e 300mila”. Lo ha sottolineato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo a Roma al seminario `La transizione assistenziale tra rete ospedaliera e servizi territoriali´, organizzato dalla Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere).

Il Ministro ha commentato anche la chiusura dell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla prima fase della pandemia: “Vediamo che cosa succede, abbiamo tutti fiducia nella magistratura. Siamo ancora in uno stato molto iniziale, quindi seguiamo con serenità quello che accade”.

Il Ministro ha poi annunciato come sia imminente lo sbarco in Aula a Palazzo Madama del Ddl sugli anziani. “Il Disegno di Legge Delega di riforma dell’assistenza agli anziani è un provvedimento atteso e che ritengo di grande rilievo per avviare un organico programma di tutela e promozione della qualità della vita e della salute delle persone anziane. Già la prossima settimana il testo arriverà in Aula al Senato e la successiva alla Camera dei Deputati, per l’approvazione definitiva. L’obiettivo è di avere la norma vigente entro il 31 marzo – come previsto dalle scadenze del Pnrr. Tra i punti centrali del Ddl vi è il riconoscimento del diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio – entro i termini definiti dalla programmazione integrata socio-assistenziale e sociosanitaria statale e regionale – e a una presa in carico integrata da parte delle strutture territoriali, che passa attraverso la realizzazione delle Case della comunità e il rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture, come gli Ospedali di comunità”.

E poi l’annuncio sullo sblocco del riparto delle risorse per l’Adi: “Stiamo pubblicando il decreto di ripartizione fra le Regioni, individuate come soggetti attuatori dell’intervento teso a potenziare l’assistenza domiciliare, che nel 2026 dovrà coprire almeno il 10% della popolazione degli over 65 e dovrà saper sfruttare al meglio le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, dalla domotica e dalla telemedicina. Per questo, sempre nell’ambito della «Casa come primo luogo di cura», 1 miliardo è destinato proprio alla Telemedicina, che entro il primo trimestre 2023 vedrà pubblicati i bandi per i progetti delle Regioni capofila ed entro la fine dell’anno conterà almeno un progetto per ogni Regione, considerando sia i progetti che saranno attuati nella singola Regione sia quelli che possono essere sviluppati nell’ambito di consorzi tra Regioni, fino ad arrivare nel 2025 a 200 mila persone assistite”.

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