“Caro Zaia il modello Veneto non ha funzionato: a dirlo non è il Partito Democratico ma i numeri che gli uffici regionali ci hanno fornito. Prima di parlare a vanvera, informati”. Così Alessandra Moretti, consigliera del PD smonta “cifre alla mano, l’entusiasmo del governatore per le parole del ministro della Salute Grillo, che ha ventilato la possibilità di graduare l’obbligatorietà a livello territoriale, sulla base dei diversi tassi di copertura regionale” come si legge in una nota diffusa dall’esponente del Pd.  “Se c’è stato un  piccolo incremento nella nostra regione nell’ultimo anno – scrive la Moretti –  è dovuto esclusivamente al decreto Lorenzin. Infatti il monitoraggio sull’andamento dei tassi di copertura e sul rifiuto dell’offerta vaccinale dimostra che la legge veneta sulla sospensione dell’obbligo non ha raggiunto i risultati sperati. Dopo la sospensione dell’obbligo, nel 2007, è immediatamente iniziata una discesa degli indici, che ha portato le coperture dal 97,6% al 91,3% del 2013, quasi quattro punti percentuali sotto la soglia di sicurezza del 95%. Successivamente c’è stato un modesto recupero: al 31 dicembre 2017 è stato registrato un tasso di copertura vaccinale del 92,6%, ancora nettamente al di sotto di quanto registrato nel 2007. Tuttavia – aggiunge Moretti – per valutare compiutamente l’efficacia della legge, si devono analizzare anche i dati sul ‘rifiuto ideologico’ delle vaccinazioni, cioè sul numero di No-vax a cui la Giunta Zaia ha lisciato troppo il pelo. A conclusione del ciclo di vita della Legge regionale  7/2007, la percentuale era praticamente raddoppiata, passando dall’1,9% al 3,7%, con un picco massimo del 6,4% di No-vax per i nati nel  2013. Numeri e fatti, insomma, hanno la testa dura! Che il modello veneto sui vaccini sia fallito, comunque, non lo diciamo solo noi. Le più prestigiose e aurorevoli riviste scientifiche mondiali (Nature, Lancet) hanno dedicato articoli in cui si fa riferimento proprio alla legge regionale 7/2007 come esperimento pilota che non ha funzionato. I dati ci dicono che grazie a reintroduzione ed estensione dell’obbligo vaccinale c’è stato un indiscutibile impulso al recupero di coperture per le classi (tecnicamente: coorti) più recenti, che rischiavano di essere sanzionate con l’esclusione dagli asili nido e dalle scuole dell’infanzia. Se il governatore condivide l’idea lanciata dalla ministra della Salute di applicare l’obbligo a macchia di leopardo, ovvero imporlo solo nelle zone con bassi indici di copertura, facciamo parlare ancora i numeri: l’obbligo – conclude la Moretti –  potrebbe essere sospeso nel territorio dell’Ulss Polesana, dove storicamente ci sono gli indici di copertura più alti, mentre dovrebbe essere imposto nella Pedemontana, dove i rifiuti definitivi della vaccinazione antipolio hanno recentemente sfiorato l’8%. Sfido Zaia a essere coerente”.

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