“Per me la parola chiave sarà prossimità e prossimità significa due cose che sembrano diverse, ma che in realtà devono camminare assieme: prossimità significa avere un medico e un infermiere che viene a casa tua, che quindi fisicamente è lì con te, ma prossimità deve anche poter significare un Servizio sanitario nazionale che si fa carico del paziente, che interloquisce con la persona, con l’individuo, attraverso le nuove tecnologie. Se il Servizio sanitario nazionale riesce a entrare nel cellulare di una persona, ha un grado di prossimità che è molto, molto significativo e quindi useremo tutte le risorse disponibili per investire sul digitale, per investire sulla teleassistenza, per investire sulla telemedicina”.
Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, rispondendo oggi al question time in Aula alla Camera presentato da Fabiola Bologna (Misto).
Di seguito la risposta integrale del ministro Speranza:
“Sì, grazie Presidente, voglio in primis ringraziare l’onorevole Bologna per questa occasione di ulteriore confronto, dopo quelle già avute anche in Commissione. Credo che il tema che sia stato sollevato sia veramente decisivo e incroci uno degli assi fondamentali per la costruzione del nuovo Servizio sanitario nazionale. Come è noto, avremo una grande opportunità, perché per la prima volta nella storia almeno recente del nostro Paese potremo fare una riforma non in un tempo in cui ci sono meno risorse, ma in un tempo in cui ci sono più risorse e questa è una straordinaria opportunità per tutti noi e per il Servizio sanitario nazionale. Condivido molto l’idea che il COVID-19 ci abbia consegnato ancora di più questa emergenza. Noi dobbiamo recuperare necessariamente il terreno perduto sulla sanità digitale e valorizzare questo come uno dei temi fondamentali della riforma. Per me la parola chiave sarà prossimità e prossimità significa due cose che sembrano diverse, ma che in realtà devono camminare assieme: prossimità significa avere un medico e un infermiere che viene a casa tua, che quindi fisicamente è lì con te, ma prossimità deve anche poter significare un Servizio sanitario nazionale che si fa carico del paziente, che interloquisce con la persona, con l’individuo, attraverso le nuove tecnologie. Se il Servizio sanitario nazionale riesce a entrare nel cellulare di una persona, ha un grado di prossimità che è molto, molto significativo e quindi useremo tutte le risorse disponibili per investire sul digitale, per investire sulla teleassistenza, per investire sulla telemedicina.
Questo lo faremo anche investendo risorse per un nuovo piano, per sostituire tutte le apparecchiature obsolete che ci sono nel nostro Paese. Io penso che questo sia particolarmente importante, perché ci consentirà anche un intervento uniforme e omogeneo sul piano nazionale. C’è oggi, ahimè, una grande differenza tra territori: ci sono territori che sono stati in grado negli anni di investire di più e, quindi, anche di avere tecnologie più moderne, che mettono a disposizione dei propri cittadini, e territori che hanno investito di meno. Quindi, io, nel ringraziarla ancora, voglio confermare il massimo impegno del nostro Governo su questo orizzonte, che riteniamo essere veramente strategico per la costruzione di un nuovo Servizio sanitario nazionale”