Il caso Veneto che da regione virtuosa è passata ad essere maglia nera con contagi e numero di morti da record secondo il microbiologo Andrea Crisanti ha due cause: la zona gialla con il paradosso dei numeri delle terapie intensive e i tamponi rapidi. Secondo l’esperto noto in tutto il mondo per lo studio di Vo Euganeo, ‘hanno una sensibilità bassa e hanno permesso che le Rsa venissero infettate. Abbiamo una percentuale di Rsa infettate senza precedenti, proprio perché il personale è stato ‘screenato’ coi tamponi rapidi’. Esclude invece che l’aumento dei casi sia dovuto alla variante inglese:  “Il Veneto sinora ha fatto 36 sequenze complete del virus e nessuna corrisponde alla variante inglese. Poi se sono stati sequenziati pezzetti di virus, e sembra che alcuni condividano delle mutazioni, non vuol dire che siamo in presenza della variante inglese e che questa sia responsabile dei contagi in Veneto.
Secondo Zaia il boom di contagi in Veneto dipende dall’alto numero di tamponi, ma Crisanti non ci sta : ‘No, la lettura è sbagliata. E’ vero che teoricamente più tamponi si fanno e più si interrompe la catena di trasmissione, ma questo dovrebbe essere seguito dalla diminuzione dei casi e dei morti. Qui abbiamo un aumento di casi e di morti senza precedenti’ .
Riguardo alle terapie intensive ci sono due ordini di problemi: “uno sottolineato dal dottor Benazzato, segretario veneto di Anaao Assomed medici ospedalieri, riguardo all’effettiva possibilità di utilizzo di tutte le terapie intensive, per la grave carenza di anestesisti, medici ed infermieri”. L’altro evidenziato sempre da Crisanti, secondo il quale ‘la diffusione del virus non si combatte con più posti in terapia intensiva e in rianimazione, perché affidarsi alle sole terapie intensive crea un effetto perverso: il virus non adeguatamente frenato continua a diffondersi e alla fine le conseguenze di questa scelta diventano incontrollabili’.
Il Veneto rischia di finire in area arancione o rossa 
Se i numeri non dovessero migliorare, come pronostica il Corriere del Veneto, il colore della Veneto  potrebbe mutare addirittura in rosso. L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) aveva già suggerito al governatore Zaia di imporre nuove restrizioni ma lui avrebbe  atteso le scelte del Governo per le festività. L’Iss puntava su zone rosse locali, un’ulteriore riduzione dell’orario di apertura di bar, ristoranti e pasticcerie, la limitazione della mobilità della popolazione nelle zone più colpite e l’incentivazione dello smart working.
Comportamenti incivili di chi non rispetta le regole

Ieri, il dg Bortolo  Simoni ha fatto il punto con la stampa locale tranquillizzando, innanzitutto sul fatto che le strutture dell’Ulss 7 stanno reggendo, ma non ha nascosto la preoccupazione per quanto potrebbe accadere tra 15 giorni, quando si vedrà l’effetto dei comportamenti scorretti di chi non ha voluto rinunciare alla festa privata o non ha rispettato la quarantena. Si, proprio così: c’è chi nonostante gli sia stato diagnosticato il Coronavirus, se ne frega altamente del prossimo e continua a lavorare e a stare in giro infettando chiunque. Se ne frega se entra in contatto con tuo padre o tua madre, per i quali il Covid da lui trasmesso sarà letale. Eppure è quanto ha denunciato il Commissario Simoni e che non è diverso da quanto, nella giornata ieri, hanno ribadito altri direttori sanitari, che stanno facendo appello ai cittadini affinchè  il buon senso prevalga.“Il sistema sanitario da solo non ce la può fare se non ci sono i comportamenti collettivi per impedire la diffusione del virus, servono atteggiamenti responsabili. Durante

le feste sono stati segnalati numerosi assembramenti, abbiamo avuto segnalazioni di persone in quarantena che non si fanno trovare, alcuni hanno dato numeri falsi, positivi che girano liberamente. C’è un diffuso calo di attenzione verso le misure di prevenzione base, come il distanziamento sociale, l’uso di mascherine, il rispetto delle regole”.

di Redazione Altovicentinonline

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