Veneto in pole position nel contrastare la diffusione del covid nelle scuole, con solo il 3% del personale non vaccinato, mentre in altre regioni la percentuale si alza fino a raggiungere il ‘record’ negativo della Provincia autonoma di Bolzano, dove ben il 21,1% di chi lavora nelle scuola ha detto “no” alla campagna vaccinale.

Non esiste il rischio zero nelle scuole, il contagio c’è, ma è possibile minimizzarlo mettendo in atto diversi metodi di prevenzione individuale e ambientale. Mantenere la mascherina e il distanziamento e aprire le finestre delle classi, visto che i sistemi di ventilazione previsti non sono stati trasformati in legge, sono le prime strategie da adottare’, fermo restando che la campagna vaccinale ha ridotto drasticamente la circolazione del virus evitando il tanto temuto ‘effetto scuola’.

Nino Cartabellotta e Renata Gili, rispettivamente presidente e responsabile della Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe, (ente che promuove e realizza attività di formazione e ricerca in ambito sanitario), hanno commentato i dati dello studio sulla sicurezza nelle scuole in tema di coronavirus e diffusione della covid-19.

Dati che confortano, soprattutto se si pensa che anche nella fascia degli under 12, per i quali la vaccinazione non è ancora autorizzata, è stato registrato un forte contenimento nella diffusione del virus. Con il 91,2% del personale scolastico vaccinato ed il 3% che ha ricevuto la prima dose non si può ancora ‘cantare vittoria’ è l’utilizzo delle mascherine rimane necessario fino a che non ci sarà una copertura vaccinale più ampia.

“Fino a quando il tasso di copertura vaccinale fra studenti, personale scolastico e popolazione generale non avrà raggiunto percentuali più elevate, anche considerando che nelle ultime due settimane il 60% dei casi diagnosticati nella fascia d’età 0-19 anni si è verificato negli under 12, l’ipotesi di abbandonare le mascherine nelle classi con tutti gli studenti immunizzati è troppo rischiosa, oltre a porre problemi di privacy sul controllo dello status vaccinale e generare, potenzialmente, il rischio di discriminazioni”, ha spiegato Cartabellotta.

“Un motivo in più per raggiungere il maggior numero possibile di persone non vaccinate e accelerare la somministrazione delle terze dosi”, ha commentato Renata Gili.

Secondo i dati del report settimanale dell’Istituto superiore di sanità (Iss), nel periodo 4-17 ottobre 2021, sono stati diagnosticati nella fascia d’età 0-19 anni 8.857 casi (14.967 nel periodo 6-19 settembre e 11.649 nel periodo 20 settembre-3 ottobre), di cui 99 ospedalizzati (151 nel periodo 6-19 settembre e 110 nel periodo 20 settembre-3 ottobre), 3 ricoveri in terapia intensiva (2 nel periodo 6-19 settembre e 1 nel periodo 20 settembre-3 ottobre) e nessun decesso (nessuna vittima nemmeno nei periodi 20 settembre-3 ottobre e 20 settembre-3 ottobre), con una progressiva riduzione, nelle ultime 4 settimane considerate dal report Iss dell’incidenza dei casi di Covid-19 e delle ospedalizzazioni.

Vaccinazione studenti

Al 25 ottobre 2021 il 67,2% della popolazione 12-19 anni (3.064.055) ha completato il ciclo vaccinale e il 5,5% (249.401) ha effettuato la prima dose. I ragazzi che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino sono 1.243.466 (27,3%), con percentuali di non vaccinati che vanno dal 19,6% della regione Sardegna al 43,8% della provincia autonoma di Bolzano. Peraltro, il trend della copertura vaccinale con almeno una dose nella fascia 12-19 anni, dopo il netto aumento a inizio giugno, ha progressivamente rallentato a partire dal mese di settembre, quando il valore era ancora inferiore al 70%.

Vaccinazione personale

Al 1 ottobre 2021 il 91,2% del personale scolastico ha completato il ciclo vaccinale e il 3% (45.945) ha ricevuto la prima dose di vaccino; sono in 90.002 (5,8%) a non aver ancora ricevuto nemmeno una dose, con rilevanti differenze regionali: dal 3% del Veneto al 21,1% della provincia autonoma di Bolzano.

Screening periodico: test nelle ‘scuole sentinella’

Il Piano di monitoraggio della circolazione di SARS-CoV-2 nelle scuole dell’Istituto superiore di sanità non prevede uno screening periodico e sistematico, ma solo una campagna di testing a campione che coinvolge circa 110mila studenti delle cosìdette  ‘scuole sentinella’ primarie e secondarie di primo grado, utilizzando test molecolare su campione salivare. Un test di facile utilizzo e non invasivo, ma, come rilevato dal report dell’European Centre for Disease Control and Prevention, con una bassa sensibilità (53-73%) in età pediatrica, peraltro condizionata dal metodo di raccolta del campione, a seconda che sia effettuata da operatori sanitari o tramite auto-raccolta. “Al fine di monitorare e valutare l’efficacia delle strategie attuate è indispensabile che vengano resi pubblici i dati provenienti da questi test di screening, oltre che il numero di studenti e classi progressivamente messi in quarantena”, ha evidenziato Renata Gili.

Distanziamento

Il Protocollo di Intesa del ministero dell’Istruzione prevede una “distanza interpersonale di almeno un metro, sia in posizione statica che dinamica, qualora logisticamente possibile”, ovvero definisce un obbligo flessibile, derogabile in presenza di limiti strutturali. Questo si verifica, in particolare, nelle classi molto numerose (le ‘classi pollaio’) dove mantenere il distanziamento sociale può risultare sostanzialmente impossibile.

Areazione e ventilazione dei locali chiusi

“Nonostante le evidenze dimostrino che la trasmissione del SARS-CoV-2 avviene prevalentemente per aerosol, si continuano a investire troppe risorse nelle procedure di disinfezione delle superfici e pochissime nei sistemi di aerazione e ventilazione”. Il Decreto Ripartizione che ha assegnato 350 milioni di euro alle scuole prevedeva l’acquisto di ‘strumenti per l’aerazione’, ma tale destinazione d’uso non è specificata nel DL 73/2021 che fa riferimento solo a interventi di piccola manutenzione. Di conseguenza, areazione e ventilazione sono affidate al mantenimento delle finestre aperte, la cui efficacia dipende dalla sensibilizzazione del personale scolastico e dalla ventilazione continuativa degli ambienti durante le attività, che non può non essere condizionata dalle condizioni metereologiche.

Trasporti pubblici

La gestione dei mezzi pubblici non è stata inclusa nell’analisi sia perché non di competenza delle scuole, sia perché interessa quasi esclusivamente gli studenti della scuola secondaria di secondo grado. Il report Gimbe ribadisce che i vari interventi per minimizzare la circolazione del virus non possono essere applicati in tutti i gradi di scuola, ciascuno dei quali richiede un piano di prevenzione su misura, considerando soprattutto la maggiore contagiosità della variante delta. “Con la stagione invernale alle porte e l’evidente risalita dei nuovi casi nell’ultima settimana è indispensabile mantenere alta l’attenzione sulle scuole dove, per le numerose criticità rilevate, i focolai segnalati dimostrano che l’equilibrio è instabile – ha concluso Cartabellotta – Oltre a puntare alle massime coperture vaccinali sia di personale scolastico e studenti di età under 12 anni, sia di popolazione generale, occorre parallelamente potenziare gli screening periodici sistematici e implementare interventi di sistema che garantiscano un’adeguata aerazione e ventilazione dei locali scolastici: in particolare nella fascia under 12 dove non sono disponibili i vaccini e in quella under 6 dove non sono utilizzabili nemmeno le mascherine e il distanziamento è sostanzialmente inapplicabile”.

di Redazione Altovicentinonline

(foto dal web)

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