Italia terra di mango, papaya e canna da zucchero? E perchè no. Con i grandi cambiamenti climatici che negli ultimi anni hanno stravolto il ciclo del raccolto del Bel Paese, a farne le spese, o a trarne vantaggio, a seconda dei punti di vista, potrebbero essere proprio le coltivazioni.

In Italia infatti raddoppia la produzione di cibi esotici, grazie all’impegno di giovani agricoltori che hanno scelto questo tipo di coltivazione, spesso recuperando e rivitalizzando terreni abbandonati proprio a causa dei mutamenti climatici, in precedenza destinati alla produzione di arance e limoni.

E sei italiani su dieci si dicono disposti ad acquistare cibi tropicali italiani se li avessero a disposizione, tralasciando quelli stranieri.

I dati sono forniti da un sondaggio Coldiretti-Ixè, dove viene spiegato che il 71% dei cittadini sarebbe disposto a pagare di più per avere la garanzia dell’origine nazionale dei tropicali. Una scelta motivata dal maggiore grado di freschezza ma anche dalle preoccupazioni sulle garanzie di sicurezza del prodotto importato.

“Quello della frutta tropicale Made in Italy è un fenomeno destinato a modificare in maniera profonda i comportamenti di consumo nei prossimi anni, ma anche le scelte produttive delle stesse aziende agricole per gli effetti del surriscaldamento determinati dalle mutazioni del clima – spiegano da Coldiretti – Con una temperatura superiore di 2,18 gradi alla media storica l’estate 2021 si classifica fino ad ora dal punto di vista climatologico come la quarta più calda in Italia da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800, secondo l’elaborazione Coldiretti su dati Isac Cnr relativi al mese di giugno 2021. E non è un fatto isolato ma strutturale in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine anche il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003”.

“Il fenomeno della frutta esotica italiana, spinto dall’impegno di tanti giovani agricoltori, è un esempio della capacità di innovazione delle imprese agricole italiane nel settore ortofrutticolo che troppo spesso viene però ostacolata da un ritardo organizzativo e infrastrutturale”, ha sottolineato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza di garantire “trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci che ci permettano di portare i nostri prodotti rapidamente ovunque in Italia e all’estero”.

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