Prosecco e Champagne a confronto a Treviso, in un convegno internazionale al quale il Consorzio di tutela del Prosecco Doc ha invitato Maxime Toubart, presidente del Comité Interprofessionnel du vin de Champagne, il sindacato di vignaioli e produttori nato ormai quasi 80 anni fa per proteggere il più famoso vino francese.

Obiettivo: Individuare ed applicare gli strumenti migliori per allineare il più possibile l’offerta alla domanda, evitando da un lato che l’eccesso di disponibilità di un prodotto deprima i prezzi o, dall’altro, che una sua scarsità introduca rischi di speculazioni.

“E’ fondamentale – ha detto Toubart – che vi sia una conoscenza approfondita di tutti gli aspetti della filiera per determinare le regole e consentire che a ciascun attore sia garantita una redditività che gli consenta di vivere bene”. L’iniziativa, intitolata “Il controllo della produzione e la sostenibilità dello sviluppo vitivinicolo”, è stata dedicata principalmente al confronto fra gli strumenti di tutela del mercato e del marchio adottati per lo Champagne e quelli utilizzati, invece, dal sistema Prosecco.

Toubart ha evidenziato come il patto di coesione fra vignaioli e produttori comprenda anche l’obbligo di comunicare al centro studi dell’organizzazione ogni singolo dato di bilancio allo scopo di definire con la massima precisione la domanda del mercato e programmare la produzione per l’annata successiva, oltre al divieto di produrre nell’area tutelata vini generici.

“Anche noi, in passato – ha detto il presidente del Consorzio Prosecco Doc, Stefano Zanette – abbiamo proposto regole ispirate a quei criteri, in particolare sulla comunicazione dei flussi di vendite, ma forse erano tempi prematuri per poterle comprendere ed accogliere. In generale credo che, più che di norme, abbiamo bisogno di imparare a sviluppare un sentimento di devozione – ha concluso – nei confronti di una denominazione che ci ha portati così in alto”. (ANSA)

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