L’epoca del proibizionismo del Clinto o Clintòn, dipende da che angolo del Veneto ci si trova, poteva finire. Invece, l’Europa si è messa di traverso e ha cassato la sua riabilitazione. A bocciare l’emendamento dell’euro deputata Cristina Guarda è proprio l’Italia, in prima fila in consiglio UE: “una scelta miope” afferma l’euro deputata AVS, che aggiunge: “consiglio al ministro Lollobrogida di farsi una sana degustazione di questo ‘vino proibito’”.

Uno stop a questo vino, ‘di casa’ in tantissime famiglie venete, che spegne quel cauto ottimismo che pareva esserci dopo il via libera in commissione. Il sogno, per molti, di poter tornare a produrre e commercializzare questo vino si è infranto il 4 dicembre quando da Bruxelles, nella discussione del ‘pacchetto vino’, non è passata la reintroduzione dei vigneti considerati ‘proibiti’. Non solo il clinto, ma anche “l’isabella e il noah” specifica Guarda:  “una scelta miope, che rinvia a future riforme la possibilità di valorizzare vitigni tradizionali più resistenti alle patologie e agli stress climatici. Così l’Italia blocca, almeno per il momento, il mio emendamento che era stato approvato in commissione agricoltura. Continueremo questa battaglia nella prossima riforma dell’Organizzazione comune di mercato (OCM),” sottolinea Guarda, che aggiunge: “le proprietà chimiche e organolettiche dei ‘vini proibiti’ sono riconosciute a livello internazionale e il clinton, prodotto in Italia, potrebbe puntare a una nicchia di mercato molto interessante. Per questo non capiamo il veto del governo Meloni, che invece di difendere e valorizzare la produzione italiana si oppone a un vino della nostra tradizione locale. Consiglierò al ministro Lollobrigida, che forse non conosce i dati tecnici che ne testimoniano la qualità, una sana e informata degustazione di clinton. Nel frattempo, continueremo ad importare prodotti al gusto di uva fragola dall’estero, senza riconoscere il valore del vino che possiamo produrre in Italia: altro che Made in Italy”.

di Redazione AltovicentinOnline

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