Ogni giorno  le barche dei pescatori vanno al largo e tornano al porticciolo con le reti piene di granchi blu con le grandi chele vermiglione, più che di vongole veraci. Queste ultime, l’oro grigio di Goro e di Comacchio che mantiene 1.700 lavoratori di 60 piccole cooperative, sono sempre di meno. E sì che valgono (valevano?) la metà della produzione totale italiana e il 40% di quella europea. “Noi qui siamo già scesi da una raccolta di 40-50 chili di vongole a 15, ma caleremo ancora. Rimarremo senza vongole, avanti così. Già troviamo adesso molti gusci vuoti, segno che qualcuno è arrivato prima di noi”. Raccontano così appena tornati dal ‘giro’ di oggi Ilario Carlini e Mauro Lunghi, due ‘operai’, come si definiscono loro, del Consorzio Pescatori di Goro, il Copego. La situazione è sempre più seria, rischieranno il lavoro tante persone nei prossimi mesi. I pescatori hanno raccontato cosa vedono ogni giorno in mare ieri, nel giorno in cui nella cittadina ferrarese sono arrivati il presidente della Regione Stefano Bonaccini e altre autorità, per una giornata di promozione del consumo di ‘Callinectes Sapidus’, questo il nome zoologico del granchio blu, insieme ad alcuni chef stellati. È un modo per difendersi in attesa di tempi migliori, ad esempio quando il Governo varerà lo stato di crisi del settore, si spera da queste parti. “Quest’estate- continuano i due pescatori di Goro- ‘la musica’ è cominciata davvero, e adesso siamo invasi. Il clima non ci aiuta: finché continua a fare caldo i granchi blu non si insabbiano e continueranno a mangiare tutto. Ma anche dopo sarà dura, anzi non sappiamo nemmeno quello che succederà. Ci vorranno anni per risolvere questo problema, se verrà risolto. Già l’anno prossimo ce ne saranno molti di più”. Fra l’altro, i granchi blu ‘buoni’ per il mercato sono solo quelli da una certa stazza in su; il resto va tutto smaltito, incenerito come rifiuti. Ogni giorno le mani dei pescatori separano maschi da femmine, femmine con le uova da femmine piccole, maschi super grandi da maschi grandi e basta. È un lavoraccio, ma ormai ci si sta facendo l’abitudine. “Questi granchi si ambientano presto e ovunque, ormai. Vanno in acqua dolce, verso il Po. Lo dicono anche gli esperti”, sospirano Ilario e Mauro.

100 QUINTALI DI GRANCHIO BLU AL GIORNO – Intanto, fa i conti anche per loro il direttore del Copego Massimo Genari: “Tra qualche mese, il granchio blu metterà in ginocchio 4.000-5.000 famiglie tra Emilia-Romagna e Veneto. Le vongole conferite qui sulla nostra banchina sono pochissime, ormai. Raccogliamo solo granchi: fino a 100 quintali al giorno, quest’estate, e adesso appena qualcuna di meno. Ma anche fino a 80 quintali al giorno. Ne vendiamo un po’ di più, adesso, di granchi blu, ma non basta di certo”. Rimarca Genari: “La situazione è molto critica, vediamo pochissimi risultati con gli strumenti mesi in campo finora. Sperimentiamo recinti e teli a proiezione degli allevamenti di vongole, ma ad esempio le prime mareggiate della settimana scorsa le ha compromesse”. Intanto, non resta che mangiarlo. All’evento di promozione ad hoc in un ristorante di Goro, dopo la visita di Bonaccini e autorità in banchina, Igles Corelli e gli altri chef stellati si inventano di tutto, a base di granchio blu: dalla pizza al risotto, dalla zuppa al… gelato. Bonaccini e il suo assessore, Alessio Mammi, battagliano col Governo per ottenere “aiuti veri” ma intanto non mollano: “Sono diverse le azioni che abbiamo messo in campo in accordo con i consorzi, le cooperative di pesca, le associazioni dei pescatori in questi mesi, non ultimo un bando già attivo che mette a disposizione un milione di euro di ristori”. “Siamo fortemente impegnati nella difesa del patrimonio colturale marino, e di un equilibrato ecosistema che sta venendo messo a repentaglio dalla proliferazione di questo predatore. Ribadiamo- insistono presidente e assessore alla Pesca- la richiesta che venga riconosciuto lo stato di emergenza o di crisi di questo settore in modo da attivare provvedimenti come la proroga e la sospensioni dei mutui, altrimenti rischiamo di mettere in ginocchio il lavoro di tantissime imprese e cooperative”.

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