Chissà se Coupland quando ha scritto Generazione X ha mai pensato che il titolo del libro che ha per sempre etichettato la generazione successiva ai baby boomer sarebbe stato così usato (e citato) da marketing manager e analisti di mercato. Certo per loro conta soprattutto l’anagrafica e meno i “non luoghi” dei centri commerciali o la ricerca d’identità raccontati dallo scrittore canadese. E però proprio i consumi possono essere un modo per descrivere questi adulti nati tra il 1965 e il 1980, che in Italia sono il segmento più ampio della popolazione con 15 milioni di persone (il 25% del totale). Perché basta citare le musicassette e il walkman, il bomber e le dottor Marten’s, i primi videogame col Commodore 64 per raccontare, certo solo da una prospettiva, la Generazione X.

Per gli italiani c’è poi un ulteriore prodotto cult, che guarda caso, ha a che fare col cibo. Proprio in quegli anni, infatti, si affermava un’abitudine alimentare fino ad allora sconosciuta, quella delle merendine, l’evoluzione della torta fatta in casa prodotta su scala industriale già porzionata e confezionata. Oggi un italiano su due che è stato bambino a cavallo tra gli anni 70 e gli 80 – come rivela l’indagine “Generazione X: merenda e stile di vita” commissionata da Unione Italiana Food a BVA DOXA – indica le merendine come prodotto più consumato in quegli anni per la pausa di metà mattina o metà pomeriggio e addirittura 6 su 10 le inserisce tra i prodotti alimentari più iconici superando cibi evocativi come patatine, gelati e chewing-gum. Certo un quarto dei bambini della Gen X faceva merenda con un grande classico della tradizione casalinga “pane e pomodoro”, ma la merendina in quegli anni rappresentava qualcosa di divertente oltre che gustoso, legato al mondo delle sorprese e delle raccolte punti (39%), capace di offrire una pratica soluzione ai genitori per la merenda a scuola o fuoricasa (33%). E infatti per quasi un terzo di loro sono state una novità assoluta che ha rivoluzionato il momento della merenda, a quei tempi basata principalmente su cibi fatti in casa.

E questo legame delle merendine con la Generazione X, che oggi è la protagonista del mondo del lavoro con un forte potere d’acquisto, è rimasto nel tempo. E ora che sono loro i responsabili d’acquisto continuano a mangiarle: secondo i dati della ricerca per Unionfood oggi le consumano otto italiani su 10 (83%) dai 42 ai 57 anni e più della metà (53%) lo fa almeno 1-2 volte a settimana, alternando (nel 63% dei casi) le nuove arrivate con quelle presenti a scaffale da tempo, salvo poi esserci un 28% che è rimasto fedele ai grandi classici e addirittura un 9% che consuma soltanto quelle che mangiava da bambino. Questo non significa che gli italiani della Generazione X non abbiano cambiato abitudini a merenda. Basti pensare che quando erano bambini la frutta era l’alimento preferito a merenda solo da uno su quattro mentre oggi al primo posto c’è proprio la frutta (62%), seguita da yogurt (52%), biscotti (39%), crackers (39%) e merendine confezionate (32%). Di sicuro hanno imparato a fare almeno una volta al giorno la merenda (76%), alternando nel 50% dei casi lo spuntino dolce a quello salato, mentre più di un terzo la sceglie sempre dolce. E tra le nuove abitudini di questa generazione “per sempre X” c’è anche quello di uno stile di vita attivo, indicato dall’86%, che per la metà equivale a camminare all’aria aperta, mentre per il 41% è sinonimo di muoversi a piedi piuttosto che con i mezzi. La conferma di questa dichiarata tendenza al movimento degli italiani la danno gli ultimi dati di Eurobarometro che ci vedono scendere dal quinto all’11esimo posto nella classifica dei più sedentari: la stima è che negli ultimi 5 anni 3,5 milioni di italiani dai 15 anni in su che si dichiaravano totalmente sedentari hanno iniziato a fare attività fisica.

Askanews

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