A Cortina tra le Righe si parla di agricoltura eroica. O meglio, per usare l’espressione di Graziano Martini Barzolai, “di agricoltura portata avanti con dignità, mantenendo un senso profondo di identificazione con il territorio”. Il presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Belluno ha aperto l’incontro dedicato ai nuovi contadini, allevatori – ma anche chef – di montagna che stanno dando impulso al settore. “Fino agli anni ’50 – racconta – abbiamo conosciuto l’agricoltura di sussistenza, simbolo di un mondo antico che è definitivamente tramontato con l’industrializzazione e il boom economico. Anche gli interventi statali e sovranazionali – penso alla CEE, antenata dell’UE – hanno in parte danneggiato il settore. Ma un’agricoltura diversa è possibile”.

Davide Santer, ampezzano d’adozione e pastore da una vita. “Ho iniziato a 17 anni, negli anni ’90: i coetanei non mi capivano, mi prendevano per matto” ricorda l’allevatore. “Ora sono in tanti a chiedermi come fare a diventare contadini. Dopo tanti anni di esperienza sono appena riuscito a realizzare il sogno di aprire un’attività di famiglia, Santer Società Agricola Cortina, in località Lagunàsc. Produciamo formaggi e yogurt con il latte delle nostre venti mucche, che pascolano all’aperto e si nutrono solo di fieno ed erba. Siamo “bio” da sempre, perché è l’unico modello produttivo che rispecchia le nostre radici. Con le Regole d’Ampezzo stiamo cercando di costruire dei percorsi per i giovani, perché questo stile di vita possa continuare a camminare sulle gambe delle nuove generazioni”.

Anche gli chef possono contribuire a sensibilizzare il pubblico verso il territorio. Luigi Dariz, ad esempio, pratica il foraging da molto tempo, ben prima che diventasse un fenomeno di tendenza. Al rifugio “Da Aurelio”, tra Colle San Lucia e Cortina d’Ampezzo, lo chef raccoglie erbe spontanee per creare i suoi piatti. “La sfida della sostenibilità ci chiede di rinnovarci costantemente. Per questo ho integrato ciò che ho imparato in famiglia con l’abilità di riconoscere i doni spontanei della natura” sostiene. “Questo sapere antico lo tramandiamo anche oggi: insieme all’erborista Abrham Heinrich teniamo due giorni di lezioni a Passo Giau”.

Un altro esempio virtuoso è quello di Maria Grazia Martini Barzolai, che con il marito ha aperto una realtà – formalmente un agriturismo, ma è molto di più – ad Auronzo, il Corte’s Ranch. “La casa del bisnonno, recuperata, è diventata il cuore di un progetto basato su alcuni fermi principi” spiega. “Ci muoviamo in direzione dell’autosufficienza produttiva, alleviamo vacche che vivono il più possibile in libertà, tuteliamo la biodiversità con la rotazione dei pascoli, utilizziamo il fotovoltaico e le biomasse per l’alimentazione energetica, abbiamo tre orti e

raccogliamo erbe spontanee – mai troppe, per non danneggiare i prati. In questo modo non solo innalziamo la qualità dei prodotti, ma cerchiamo di assicurarci che i nostri figli abbiano un futuro”.

Ed è appunto l’eredità che lasciamo a rappresentare il bene più prezioso. “Secondo la definizione dell’Onu, lo sviluppo durevole è ciò che soddisfa le necessità delle attuali generazioni senza compromettere la capacità di quelle future di soddisfare le proprie” commenta Marco Massarotto, fondatore Cortina Academy, scuola di management e leadership che propone esperienze nella conca ampezzana. “Qui a Cortina esistono tante storie e buone pratiche da raccontare. Creare una “filiera Cortina” fatta di esperienze da sperimentare può essere un modo per stimolare lo sviluppo di un turismo sostenibile. Non dimentichiamo che la montagna è un territorio fragile, è tra i primi ambienti ad essere colpito dal cambiamento climatico”.

Anche Fabrizio Stelluto, presidente di Argav, associazione regionale dei giornalisti agroambientali e responsabile comunicazione di ANBI, ha parlato di climate change. “In pianura stiamo assistendo a un fatto epocale, siamo in crisi idrica. Abbiamo una rete di acquedotti che perdono il 40 per cento dell’acqua che trasportano, e veniamo da un inverno con poca neve” ha sintetizzato. “La montagna sta soffrendo: abbiamo laghi che si stanno prosciugando, interi habitat a rischio. Per proteggere questo territorio dobbiamo mostrarne la bellezza, fare sì che più persone desiderino tutelarlo. E tenere presente che siamo noi “cittadini” in vacanza a Cortina a doverci adattare alla montagna – con i suoi orari e silenzi – e non il contrario”.

Non solo l’uomo, anche la tecnologia si adatta alla montagna. Raimund Frei ha raccontato il progetto sperimentale Smart Land di Alperia, realizzato in collaborazione con il Centro di Sperimentazione Laimburg. “In Alto Adige abbiamo installato in vigneti e frutteti dei sensori intelligenti che leggono l’umidità del terreno, alimentari wireless e senza batteria, dalla rete radio LoRaWan. Un sistema smart che si gestisce dal cellulare, con la nostra app. In questo modo occorre irrigare molto meno, si risparmiano energie e costi e si ottengono prodotti migliori”.

Roberto Zalambani, presidente Unaga, che riunisce i giornalisti italiani dell’agroalimentare, dell’ambiente, delle energie e del territorio, ha infine sottolineato l’importanza di raccontare tutte queste esperienze attraverso la stampa: “A Cortina esistono varie realtà che hanno adottato una visione sostenibile. Spetta a noi valorizzarle, fare inchieste e reportage, presentarle per mettere in luce il loro potenziale. E contribuire anche noi alla tutela dell’ambiente tramandando alle prossime generazioni di giornalisti questo compito.

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