I dati dell’export vinicolo veneto confermano il primato dell’enologia veneta, con una ulteriore crescita in valore nel corso del 2012. Nei primi nove mesi il valore dell’export enologico regionale ha infatti toccato quota un miliardo 26 milioni, con un aumento del 9,6 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Se il trend sarà confermato anche per l’ultimo trimestre, il valore delle esportazioni venete di vino supererà quota 1,4 miliardi di euro, pari al 31 per cento del totale italiano.

Questo non è solo un fatto economico e di prestigio, ma è anche frutto di un impegno e di un adeguamento di produzioni, strategie, innovazioni ed è per noi una grossa responsabilità. Lo ha affermato l’assessore all’agricoltura del Veneto, chiudendo a Rocca Sveva di Soave, in provincia di Verona, l’incontro sul tema “Internazionalizzazione del vino veneto e strategie dell’altro mondo”, promosso da Regione, Veneto Agricoltura e Avepa come terzo appuntamento dei confronti dedicati alla vendemmia 2012, della quale oggi sono stati delineate le prospettive di mercato.

 

“Parlo di responsabilità – ha spiegato l’assessore – perché ritengo che l’export dei vini del Veneto sia il vero termometro dell’enologia nazionale. Il sistema enologico veneto, grazie alla sua evoluzione (territoriale, ampelografia, normativa, di mercato, di innovazione e ricerca, di tecnologie, burocratica e di regolarizzazione) è un esempio da proporre anche a scala nazionale ed europea, nelle politiche di sviluppo e di mercato che il vecchio continente intende darsi.

Ci proponiamo insomma come “modello” per le strategie nazionali e per quelle comunitarie, in un Europa dove il futuro del vino deve partire dal sistema vinicolo e non può subire i diktat dei Paesi non produttori.

L’impegno della Regione è di sostenere, valorizzare e proporre in ogni sede il sistema che ci vede lavorare assieme per migliorare ancora i nostri risultati, quelli dell’intero Paese e persino quelli dell’enologia europea, basata sul territorio e culla di quella mondiale, che non può farsi trascinare al ribasso e all’omogeneità dalle congiunture di mercato ma deve salvaguardare e valorizzare la propria identità, che è poi la base fondamentale del reddito delle imprese. Tutto questo significa anche, per il Veneto, investire in ricerca e innovazione (e la riforma di Veneto Agricoltura va in questa direzione), proseguendo nell’azione di accompagnamento – indirizzo per migliorare la qualità e rendere sempre più efficienti le filiere. Noi continueremo a seguire e accompagnare l’evoluzione di un sistema millenario ma per niente statico – ha concluso l’assessore – che vuole e deve rispondere alle esigenze delle aziende e all’evoluzione del mercato e del gusto dei consumatori di tutto il mondo.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia