di Silvia Mari
“Ero andata al mercato e avevo comprato stoffe indiane colorate per fare turbanti, mi truccavo molto le sopracciglia che avevo perduto a causa della chemio. Andai dal medico per delle impegnative e mi disse ‘Se vai così all’Asl non te la danno la pensione d’invalidità”. Questo è stato il cancro al seno di Miss Lola (nome sulle scene), performer di burlesque, danzatrice, attrice e autrice del romanzo ‘Quando tornano le rose’. Una continua lotta la sua per portare in scena il suo bel corpo, anche durante i momenti più difficili delle terapie e con le cicatrici dolenti della chirurgia, truccata, con lustrini e stelline per coprire i capezzoli, e ironia. Una lunga preparazione artistica con cui Miss Lola ha sfidato tutti i tabù: quello per cui una donna con cancro debba chiudere in un cassetto la bellezza e l’esibizione del corpo nudo, o la teoria rivendicata da alcuni editori per cui una ballerina di burlesque non possa essere una talentuosa scrittrice. “Operata di cancro a gennaio, sono salita sul palco al saggio di giugno, mi mancava l’ultima chemio. Sono andata in scena con la parrucca, truccata, mi sono vista allo specchio e ho detto ‘andiamo’. Mi sono denudata e avevo cicatrici fresche, il port per la chemio sul petto, e stelline argentate come copricapezzoli”, racconta alla Dire.
Una lunga strada di studio e perfezionamento artistico la sua. “Sono siciliana, mi sono trasferita a Roma a 19 anni per perfezionare gli studi di danza e mi sono laureata in sociologia. Nel 2011 ci fu la prima trasmissione tv dedicata al burlesque, mi dissi ‘perchè non ci provi’, ma mi eliminarono perché troppo danzatrice e da lì mi appassionai”.
Oggi Miss Lola si esibisce come performer a Roma, il suo burlesque si è arricchito di varietà, improvvisazione, tanto teatro. Ogni ACT (messa in scena) richiede una lunga preparazione e ha un’accademia dedicata. Una passione che non si arresta nemmeno quando Miss Lola sotto la doccia, palpandosi il seno come suo padre medico le ha insegnato a fare, sente quel sassolino proprio sotto il capezzolo. Da un primo esame fatto in un centro privato sembra un normale fibroadenoma, ma il dimagrimento, la stanchezza sono tutte spie che l’allarmano e decide di ripetere l’esame in ospedale. A settembre 2018 arriva la diagnosi di cancro al seno.
Ci tiene a parlare dell’equipe del San Giovanni Addolorata di Roma da cui è stata sostenuta passo dopo passo: “Sono stata seguita dal primario di senologia, il professor Lucio Fortunato, e dal suo staff. Lavorano insieme alla chirurgia estetica, agli psicologi, ai nutrizionisti. Ho seguito un percorso di terapia integrata: osteopati, meditazione, percorsi olistici per superare l’ansia e la paura perché un paziente oncologico non può mai dire ‘è finita’. Mi ha aiutato tantissimo il lavoro, anche nei mesi tosti della chemio- ricorda- cercavo di mettere le date delle lezioni nella terza settimana quando stavo meglio”, con l’ aiuto degli altri insegnanti dell’accademia.
Le performance di Miss Lola oggi sono un po’ cambiate, forza ed energia non sono ancora quelle di prima della malattia. “Spogliarello è riduttivo” tiene a precisare spiegando che il burlesque è “una forma teatrale che unisce diversi generi: teatro, danza, improvvisazione e nella performance c’è una motivazione per cui ci si spoglia e c’è sempre ironia”. Si impara il burlesque per superare la timidezza, per lavorare sull’autostima, per accettare il corpo con le sue imperfezioni, bello anche con qualche chilo in più, per superare le paure, e a vedere le perfomance ci sono coppie anche con bambini, dimentichiamoci il pubblico dei solo uomini.
Miss Lola proprio nel burlesque ha trovato il modo “ironico di affrontare la vita in generale, usando corpo, trucco, seduzione. L’arte- conclude- ti permette di modificare la vita” ed è solo così che dal palco lei non è mai scesa, nemmeno quel maledetto giorno del cancro.