“Mia mamma mi diceva sempre: ricordati che, qualsiasi aspirazione tu abbia, hai l’opportunità di fare ciò che vuoi ma non devi mai dimenticare che la tua prima aspirazione deve essere quella di essere mamma a tua volta. Anche noi donne della mia generazione, di 46-47 anni, dobbiamo ricordarlo alle nostre figlie”. Lo ha detto Lavinia Mennuni, senatrice di Fratelli d’Italia, questa mattina alla trasmissione ‘Coffee Break’.

“Altrimenti il rischio che si ingenera è che in nome di questa realizzazione professionale – che auspico perché trovo giusta, poiché la donna ha una preparazione e gli uomini e le donne riescono insieme a fare cose straordinarie. Io non sono mai stata per il femminismo separatista – dimentichiamo che esiste la necessità, la missione di mettere al mondo dei bambini che saranno i futuri cittadini, i futuri italiani”.
“Qui c’è l’approccio culturale- continua Mennuni- noi dobbiamo aiutare le istituzioni, il Vaticano, le associazioni, a far diventare la maternità di nuovo cool. Noi dobbiamo far sì che i ragazzi di 17-18-20 anni vogliano sposarsi e vogliano mettere al mondo la famiglia. Poi lo Stato verrà dietro, lo sosterrà. In Belgio ad esempio il mercoledì le scuole sono chiuse e non si devono fare riunioni perchè le donne devono poter stare a casa per accudire i loro figli nella giornata in cui gli orari scolastici sono ridotti”.

Per la senatrice occorre avere lo “spirito giusto. Mi sono laureata dopo aver avuto Giulia, sono diventata avvocato dopo aver avuto Niccolò, sono diventata consigliera comunale dopo aver avuto Isabella. Sono stata aiutata da una mamma comunque giovane e questo è uno degli elementi critici– sottolinea Mennuni- perché se andiamo avanti con questa denatalità le mamme diventano nonne a 70 anni. Sicuramente ho potuto avere delle baby-sitter. Maternità e paternità sostenute è un grande lavoro che dobbiamo fare tutti in modo trasversale”, conclude.

 

“Non c’è libertà e rispetto per le donne nell’idea che la maternità sia il loro destino. Solo trita ideologia, a cui non si accompagna nessuna politica che sostenga i progetti di vita delle ragazze e le possibili scelte di maternità”. Lo scrive su X la senatrice del Pd Cecilia D’Elia commentando le dichiarazioni di Lavinia Menunni (Fdi).

APPENDINO (M5S): DA MENNUNI DI FDI NOSTALGIA DEL MEDIOEVO

“Perché Fratelli d’Italia ha questa nostalgia del Medioevo? Che ne dice la senatrice Mennuni – secondo cui la massima aspirazione e missione di una donna è quella di diventare mamme – di dare alle nostre figlie aspirazioni che vanno oltre il manuale degli stereotipi? Tramandiamo loro la libertà di sognare e i mezzi per realizzarsi come preferiscono, non il buio della ragione”. Così sui suoi canali social la vicepresidente del Movimento 5 Stelle Chiara Appendino.

A commentare le parole della Mennuni è stata anche Francesca Fagnani su ‘X’: “A coffee break Lavinia Mennuni sta dicendo che bisogna far diventare cool per le ragazze (!) sposarsi a 18 anni e fare figli. Mica studiare, prepararsi, realizzarsi, viaggiare, acquisire consapevolezza ecc…”

Pur non citandola apertamente, anche il profilo di ‘Che tempo che fa’, sembra rispondere alla Mennuni attraverso le parole di Paola Cortellesi.

CELLI: ‘COOL’ È ESSERE DONNE LIBERE DI SCEGLIERE

“Dobbiamo insegnare alle nostre figlie che ‘cool’ è essere donne libere, capaci di autodeterminarsi ed esprimere la loro personalità. Le parole della senatrice Lavinia Mennuni rilasciate questa mattina nel corso di un’intervista televisiva, sono frutto di una cultura arcaica e retrograda. Da mamma e donna impegnata in politica e nelle istituzioni, dirò sempre a mia figlia che deve lottare per affermare i propri diritti, di scegliere senza condizionamenti la strada da seguire, di coltivare sogni e speranze. Dobbiamo essere al loro fianco e mai imporre volontà prestabilite. Non c’è una via prioritaria e più giusta, ma soltanto la necessità di difendere la propria dignità e libertà, in ogni contesto e forma. Di essere libere di diventare mamme. E da questo che passa il vero cambiamento culturale. In un Paese moderno come l’Italia non possiamo registrare ancora oggi posizioni così assurde. La natalità è ai minimi storici perché tante ragazze e ragazzi non hanno più fiducia nel loro futuro, perché hanno difficoltà a realizzarsi e avere stabilità lavorativa, perché è difficile conciliare la vita professionale con quella privata, perché ci sono ancora pochi asili nido, perché non abbiamo realmente creato le condizioni per essere contemporaneamente mamme e lavoratrici. Perché ancora oggi costringiamo tante donne a dover scegliere. La politica, dunque, invece di fare proclami e dettare indicazioni e ricette che appartengono ad un’epoca e a una cultura patriarcale fortunatamente superate, deve preoccuparsi realmente delle esigenze delle nuove generazioni, magari tornando ad ascoltare e mettere al centro i giovani”. Così in una nota la presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia