“È urgente che la ministra della Giustizia fornisca strumenti adeguati, come la formazione e la specializzazione di tutti gli operatori della giustizia, per promuovere una cultura giudiziaria efficace volta alla repressione ma anche, e soprattutto, alla prevenzione del fenomeno del femminicidio”. Lo chiede la deputata di Italia Viva Lucia Annibali, capogruppo in Commissione Giustizia, in un’interrogazione alla ministra Cartabia. “A fronte dell’aumento delle denunce, basta pensare che nel 2020 le chiamate al numero di pubblica utilità contro la violenza e lo stalking sono aumentate del 79,5 per cento rispetto all’anno precedente, il sistema giudiziario rischia di non riconoscere il fenomeno della violenza. La violenza contro le donne nelle aule di giustizia – spiega – viene sottovalutata, non identificata, spesso letta come ‘conflitto familiare’ rendendo di fatto assai meno efficaci le leggi di repressione e di prevenzione del fenomeno. Sono dati che emergono dal ‘Rapporto sulla violenza di genere e domestica nella realtà giudiziaria’ della Commissione di inchiesta sul femminicidio e da uno studio del Ministero della giustizia, secondo il quale sono circa il 70 per cento le sentenze per femminicidio in occasione delle quali vengono concesse le attenuati”. “Ci troviamo di fronte a un quadro allarmante laddove, pur in presenza di un robusto apparato legislativo, l’apparato giudiziario rischia non solo di sottovalutare il fenomeno della violenza sulle donne, ma di non svolgere la necessaria funzione di prevenzione. Non possiamo aspettare oltre”, conclude Annibali.
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