Il 17 novembre è la Giornata Mondiale della Prematurità. Questa manifestazione globale, celebrata in oltre 60 paesi ha come obiettivo di sensibilizzare sul tema della prematurità e delle patologie neonatali per dare voce alle famiglie dei piccoli pazienti che a volte hanno problemi di salute o non sopravvivono. Ogni anno circa 15 milioni di bambini nel mondo nascono prima del termine e ben 1 milione di loro non sopravvive. Nel mondo un neonato su 10 nasce prematuro. In occasione della Giornata Mondiale in tutto il mondo verranno illuminati monumenti o punti di interesse con il colore viola, che nel mondo rappresenta appunto la prematurità. A Schio sarà “L’Omo” di Piazza Rossi a essere illuminato, con il colore viola.
foto Francesca Tisato
L’approfondimento
“Sono più di 30.000 i bambini che ogni anno nascono prematuri nel nostro paese. Grazie ai progressi della medicina e alle cure del nostro Servizio Sanitario Nazionale sempre più spesso si riescono a superare tutte le difficoltà. Oggi, Giornata Mondiale della Prematurità, è l’occasione per fare un grande in bocca al lupo a questi piccoli combattenti e ai loro genitori”. Così il Ministro Roberto Speranza in occasione della Giornata mondiale della prematurità (World Prematurity day), manifestazione globale, celebrata in più di 60 paesi, che dal 2011 ha come obiettivo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prematurità e della malattia nei neonati, per dare voce alle famiglie dei piccoli pazienti.
I dati in Italia
In Italia nascono ogni anno oltre 30.000 prematuri (il 7% del totale), cioè bambini che vengono al mondo prima della 37a settimana di età gestazionale (Fonte CeDAP 2017), dato che non sembra essersi modificato significativamente ad eccezione delle donne in gravidanza che hanno contratto il Sars-Cov-2, in cui la prematurità ha avuto un’impennata, con il 19.7% di nascite pretermine, come è emerso dal Registro nazionale Covid-19 istituito dalla Società Italiana di Neonatologia (dati al 27 luglio 2020).
Quest’anno per celebrare la Giornata la SIN – Società Italiana di Neonatologia, insieme a Vivere Onlus coordinamento delle Associazioni dei genitori, ha previsto varie iniziative volte a sensibilizzare e accrescere la consapevolezza sul problema delle nascite premature
“Zero separation”: i genitori dei neonati prematuri non sono visitatori, ma parte integrante della cura
“Sostenere la vicinanza dei genitori al neonato significa riconoscerne il ruolo non di visitatori, ma di capacità curante. Con un coinvolgimento precoce della famiglia si rafforzano quelle connessioni emotive fondamentali per lo sviluppo neuro cognitivo del bambino e si determinano effetti positivi sull’esito della salute neuro-comportamentale a distanza.” Lo ribadisce il Prof. Fabio Mosca, Presidente SIN.
Il contatto pelle a pelle e l’allattamento al seno sono momenti essenziali per un sano sviluppo del neonato e per questo ogni bambino ha il diritto di beneficiare sempre della presenza dei genitori. Occorre pertanto sostenere il più possibile la cosiddetta “Zero separation”, cioè garantire la vicinanza genitori-neonato, anche nel difficile periodo che stiamo vivendo.
La “Zero separation”, campagna promossa da EFCNI European Foundation for the Care of Newborn Infants e supportata dalla SIN e da tante altre società scientifiche ed associazioni in tutto il mondo, durante l’emergenza Covid-19, dovrebbe diventare l’approccio principale nei primi momenti di vita tra madre e neonato ed essere mantenuta e difesa all’interno delle strutture ospedaliere.