In un territorio in cui 1 impresa su 2 non riesce a trovare i profili di cui ha bisogno (50,4%, fonte Confartigianato Vicenza) e in cui, entro il 2030, la provincia perderà 20.736 lavoratori in età attiva (Cgia Mestre/Istat), ieri sera al Faber Box di Schio è stato presentato davanti a una nutrita platea di imprenditori il progetto Faber Lab Altovicentino che vuole invertire la direzione.
Faber Lab Altovicentino è, di fatto, un’alleanza pubblico-privata che nasce con lo scopo di creare una scuola-laboratorio intensiva che sappia formare, in pochi mesi, figure tecniche realmente ready to work, definite sulla base delle concrete esigenze espresse dalle aziende del territorio. Il progetto – mutuato sulla felice ultra decennale esperienza dell’Innovation Farm operativa in Emilia Romagna – nasce dall’iniziativa congiunta del Comune di Schio, del Distretto Scienza Tecnologia e dei raggruppamenti locali di svariate associazioni di categoria (CNA Veneto Ovest, Confartigianato Imprese Vicenza, Confindustria Vicenza, Confprofessioni, Confcommercio, Confimi Apindustria), che hanno scelto di avvalersi del braccio operativo dell’ agenzia per il lavoro Manpower unitamente alle competenze formative dell’ITS Academy Meccatronico Veneto.
Cristina Marigo, sindaco di Schio, commenta: «L’Alto Vicentino è il secondo distretto industriale del Veneto e uno dei motori produttivi più dinamici del Paese. Ma un distretto rimane tale solo se è capace di rinnovarsi, di attrarre talenti e di offrire alle imprese le competenze di cui hanno bisogno. Faber Lab Altovicentino è un progetto innovativo che ha le carte in regola per rispondere a tutte queste istanze e come amministrazione comunale crediamo in questo percorso che punta a mantenere Schio e il territorio esteso come polo industriale competitivo, innovativo e attrattivo. Per farlo dobbiamo mettere al centro la formazione ed un lavoro di squadra che unisce pubblico e privato e che dà ai giovani una reale opportunità di futuro e ai meno giovani un’occasione per riqualificarsi».
Barbara Corzato, vicesindaco e assessore allo Sviluppo economico e Innovazione del Comune di Schio, aggiunge: «Lo spunto al nostro progetto è nato da Innovation Farm, colto già dall’amministrazione Orsi, ed è frutto di un lavoro di ascolto e confronto che parte da lontano. Come amministrazione abbiamo seguito passo passo la sua costruzione, convinti che l’innovazione non sia solo tecnologia, ma anche capacità di leggere il territorio e rispondere ai bisogni reali delle imprese. Il nostro desiderio è iniziare con un primo corso pilota, che speriamo sia il primo tassello di un percorso duraturo calibrato e cucito sul nostro mondo produttivo. Il Faber Lab Altovicentino non è solo un progetto di formazione: è un atto di fiducia nel futuro del nostro territorio. È la prova che, quando pubblico e privato camminano nella stessa direzione, il lavoro diventa il punto d’incontro tra il talento delle persone e la visione delle imprese».
I numeri
I dati parlano da soli. In Veneto per ogni 100 giovani lavoratori ci sono 135 lavoratori tra 55 e 64 anni (nel 2005 erano 39 ogni 100). Gli occupati under 30 nell’artigianato sono in calo del 9,5%. Le figure più richieste sono operai metalmeccanici, elettromeccanici, cuochi, camerieri, operai specializzati nell’alimentare mentre l’operatore CNC è tra le professionalità tecniche più difficili da reperire e più strategiche per il distretto vicentino.
«Trovare personale qualificato è diventato una delle sfide più urgenti per la competitività del territorio – precisa Luca Fabrello, portavoce del Distretto Scienza Tecnologia –. Non è una questione passeggera, ma una trasformazione strutturale che tocca l’intero sistema economico e sociale. Il calo demografico, percorsi di studio non sempre allineati alle esigenze produttive e una crescente distanza tra scuola e impresa stanno creando un divario che rischia di diventare irreversibile. Non possiamo più aspettare ed è necessario agire per indirizzare il nostro futuro. Buona parte della risposta può risiedere in un progetto lungimirante come il Faber Lab Altovicentino, che non sia strettamente collegato solo al “qui e ora”, ma miri al mantenimento del benessere nel futuro».
Faber Lab Altovicentino sboccia con l’obiettivo di costruire nuove competenze a partire da un modello già sperimentato nella Motor Valley emiliana, dove da dieci anni l’Innovation Farm di Fornovo di Taro forma professionisti “su misura” per le aziende.
Il primo percorso nel territorio scledense partirà a febbraio 2026 e formerà operatori CNC attraverso un mix unico di ore tra formazione tecnica, pratica su macchinari reali, sviluppo delle soft skills e orientamento professionale. Una formula innovativa che permetterà alle imprese di accogliere personale già formato, riducendo tempi, costi e incertezza.
«L’Alto Vicentino ha una tradizione industriale fortissima e le aziende di questa area produttiva chiedono da tempo una risposta concreta al tema del reperimento del personale – dichiara Silvia Marta, presidente del Raggruppamento Alto Vicentino di Confindustria Vicenza –. Il Faber Lab Altovicentino va esattamente in questa direzione: offre una soluzione strutturale, non episodica, che nasce dall’ascolto delle imprese e dalla capacità di trasformare un bisogno in un progetto condiviso. Un’opportunità che le imprese stanno accogliendo con interesse».
Giorgio Spanevello, direttore ITS Meccatronico Veneto, precisa: «Questo progetto di qualificazione e riqualificazione professionale costruisce un ponte stabile e strutturato tra scuola e lavoro, ed è stato pensato con cura per non sovrapporsi alle offerte formative già esistenti. Possono partecipare giovani e meno giovani che necessitino di quella formazione tecnica che oggi è fondamentale per affrontare la transizione che accomuna tutti i settori produttivi. Si tratta di un percorso impegnativo, certo, ma è proprio questo il suo valore: mettere in rete istituzioni, imprese, enti formativi e mondo del lavoro, creando un ecosistema formativo capace di intercettare le sfide tecnologiche e professionali dei prossimi anni».
Come funziona il progetto Dentro la “macchina” del Faber Lab Altovicentino
«Dieci anni fa, insieme agli attori territoriali della Motor Valley in Emilia, abbiamo posto le basi per creare un modello che oggi rappresenta un punto di riferimento nazionale. L’Innovation Farm di Fornovo in provincia di Parma ha mostrato che quando pubblico e privato lavorano insieme, con una visione condivisa, si riescono a generare competenze nuove e a trasformarle in valore per le imprese. Portare i frutti di quell’esperienza ormai consolidata nell’Alto Vicentino consente di mettere a disposizione un know-how prezioso, adattandolo alle specificità di questo distretto che ha caratteristiche industriali e culturali molto forti», precisa Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di Manpower Italia.
Il Faber Lab Altovicentino si distingue non solo per l’ambizione, ma per la struttura operativa: un meccanismo che tiene insieme reclutamento nazionale, formazione specialistica e inserimento diretto nelle aziende, grazie anche al ruolo decisivo del Fondo Forma.Temp, che finanzia i percorsi formativi. Ecco come funziona.
Reclutamento nazionale: la ricerca parte da tutta Italia
La selezione dei futuri tecnici non si limita ai confini provinciali. Manpower attiva un reclutamento su scala nazionale, utilizzando annunci online, social, database interni, collaborazioni con gli istituti tecnici e attività di scouting nelle aree con maggiore disoccupazione giovanile. L’accesso al percorso formativo è regolato da un processo di valutazione multilivello che considera motivazione, attitudine e potenziale tecnico. Solo i candidati che superano tutte le fasi entrano nel programma.
Un ruolo decisivo delle aziende del territorio
Le aziende dell’Alto Vicentino, nei mesi a venire, potranno aderire al partenariato indicando i profili professionali di cui hanno bisogno e impegnandosi a sottoscrivere un contratto con Manpower per il reclutamento, la formazione e l’assunzione dei candidati formati. Si tratta di un passaggio fondamentale: la filiera produttiva non è la semplice destinataria del progetto, ma diventa parte attiva, contribuendo alla definizione delle figure e garantendo sbocchi occupazionali concreti.
Assunzione dal primo giorno: il cambio di paradigma
L’elemento più innovativo del progetto è l’assunzione immediata. I candidati selezionati vengono infatti assunti a tempo indeterminato da Manpower fin dal primo giorno di corso. Durante la formazione percepiscono un’indennità economica, pensata per sostenere spese di alloggio, vitto ed eventuale trasferimento. È un modello che riduce il rischio per i giovani e accelera i tempi di inserimento per le imprese.
Formazione intensiva al Faber Box: 240 ore tra teoria e pratica
Le lezioni si svolgeranno al Faber Box di Schio, il campus formativo del Comune, dove docenti dell’ITS Meccatronico Veneto, formatori di Manpower Academy e tecnici aziendali condurranno un percorso di 240 ore. Un modello che punta a formare profili realmente ready to work, in linea con le richieste delle imprese.
Alloggio per i corsisti: un supporto concreto
Per i partecipanti provenienti da fuori regione, il Comune metterà a disposizione un alloggio nel complesso della chiesa di San Francesco, a pochi minuti dal Faber Box.
Ingresso immediato nelle aziende: dal corso al reparto senza interruzioni
Terminato il percorso, i nuovi tecnici vengono inseriti nelle imprese dell’Alto Vicentino aderenti con un contratto di somministrazione di 12 mesi, affiancati da un tutor aziendale che li accompagna nella fase di onboarding. Il progetto prevede inoltre fino a 160 ore di formazione on the job, finanziate, per consolidare e ampliare le competenze direttamente in reparto.
Sara Pedrazzoli, Academy Manager di Manpower, sottolinea: «Con l’Academy creiamo percorsi che combinano selezione, formazione tecnica e sviluppo delle competenze trasversali, permettendo ai partecipanti di entrare in azienda con un bagaglio già immediatamente spendibile. Sono percorsi intensivi, costruiti su misura insieme alle imprese. Ed è proprio questo il valore aggiunto: nessuno di questi profili viene formato “a caso”. Ogni competenza è disegnata sulle richieste delle aziende, che diventano parte attiva del processo. In questo modo costruiamo talenti pronti a lavorare, capaci di integrarsi rapidamente e di crescere nel tempo dentro le realtà dell’Alto Vicentino».
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