Vogliono l’immediata revoca delle misure restrittive che da oltre 6 mesi impongono la chiusura dei negozi nei festivi e prefestivi, i giorni più importanti della settimana, in termini di ricavi, e fondamentali per aiutare la ripresa economica delle attività commerciali .

“Qualcuno mi spieghi perché devo vedere la mia attività soffrire per una legge sulle aperture domenicali, che non capisco e che a noi non pensa. Io non ci sto”

Sono piene di amarezza le parole di Monica Buja titolare di Mi❤Wa, attività commerciale di abbigliamento donna all’interno del centro commerciale Campo Romano a Schio.

Mi❤Wa è il negozio con il cuore, che quest’anno compie dieci anni di attività, il cuore di Monica c’è sempre tutto in ogni cosa che fa. Perfino il nome del negozio richiama le persone a lei più care:

“Significa MI (iniziali di Miranda, mia zia) dentro il cuore stilizzata c’è una G (iniziali di Gigi, mio padre) WA’ ( iniziali di Wally, mia zia) tutte persone a me care che non ci sono più.” ci spiega sorridendo Monica. Perché Monica è una professionista, decisa e combattiva, ma la sua carica di positività e la sua innata voglia di fare rischiano di esaurirsi nella lotta ‘contro i mulini a vento’. Monica dopo tanti anni di attività sta vedendo il suo fatturato dimezzato, senza capire il perché a determinate regole devono sottostare solo attività come la sua. Si sa quando riapriranno le piscine,  ma nessuno da notizie sull’apertura nel fine settimana dei centri commerciali.

Il problema è che, a differenza dei suoi vicini alimentari o parrucchieri , lei il sabato e la domenica deve tenere chiuso e, per una attività come la sua è un ‘dettaglio’  che pesa sul suo fatturato, che poi sono i soldi che le servono  per vivere. Oltre all’attività è a rischio, insieme a quello di altre 30.000 persone, anche il lavoro delle sue commesse. Per capire la proporzione del danno è stimato che, in media, una attività commerciale incassa nel fine settimana circa il 40% del suo fatturato.

Monica ha passato gli ultimi mesi pensando anche la notte a come reagire nel rispetto delle regole: consegne a domicilio, uso dei social, dirette Instagram tutti i sabati, presenza in un marketplace locale tutto quello che poteva fare instancabilmente lo ha sempre fatto ma non può combattere contro qualcosa più grande di lei.

Monica si sente sola e abbandonata da uno stato italiano che lei rispetta ma non riesce più a capire.

E come lei molti altri, tutte quelle piccole medie attività di vendita all’interno dei centri commerciali che vedono tre quarti di attività, con una scusa o con l’altra, sempre aperte e loro, una goccia nel mare, costretti alla chiusura e non si sa fino a quando!

Come molti suoi colleghi ha deciso di aderire all’iniziativa del  CNCC (associazione che rappresenta i centri commerciali) associazione che raccoglie, tra i propri soci, un congruo numero di centri commerciali in tutta Italia.

Per dare un segnale forte in risposta al Decreto Riaperture approvato il 21 aprile 2021, il presidente dell’associazione, Roberto Zoia, ha indetto una manifestazione che coinvolgerà tutti i centri commerciali, i Factory Outlet e i Retail Park. Martedì 11 maggio alle 11,  le attività all’interno dei centri chiuderanno per 15 minuti spegnendo le luci e abbassando le saracinesche con la speranza che la massiccia copertura mediatica farà sentire la voce di questi negozi che, come i vicini colleghi, hanno il diritto di lavorare.

Sempre nella giornata di martedì 11 maggio, una delegazione dei vertici delle associazioni del commercio sarà presente a Roma per un confronto con alcuni esponenti politici sulla questione delle riaperture.

Paola Dal Ferro

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