Pasubio Servizi l’aveva denunciata nel 2010, quando subì la concorrenza sleale di chi riuscì a fare man bassa di contratti che nell’alto vicentino passarono, con stratagemmi poco chiari, a Enel Energia. Un numero talmente elevato per essere tutto normale, tutto in regola. Una vicenda giudiziaria culminata con una condanna a 529mila euro di risarcimento danni, oltre al pagamento delle spese legali di 26mila euro.
I fatti
Tutto iniziò circa 8 anni fa, quando arrivarono diverse segnalazioni a Pasubio Servizi da parte di ignari cittadini, che senza aver firmato nulla o dopo essere stati raggirati da venditori ‘porta a porta’, che con una campagna denigratoria accertata durante la fase del processo, nei confronti del concorrente, venivano indotti a cambiare gestore del gas. Questo, secondo quanto accertato durante le indagini della Procura di Vicenza, senza che gli intestatari dei contratti firmassero alcun documento, così come hanno testimoniato Anna Maria Marcassa , Maurizio Mantese, Ivano Dal Ponte, Angelo Foscarini, che hanno dichiarato davanti al giudice come le firme sotto il contratto non fossero loro. Fossero state addirittura falsificate.
Un numero di trasferimenti di contratti eccessivo
In quel periodo, inoltre, si registrò un cambio gestione di contratti eccessivo. Un vero e proprio record di cambi da Pasubio Tecnologia e Enel Energia, che il giudice ha accertato essere stati attivati in modo fraudolento. Otto anni di vicende processuali, con la battaglia dell’avvocato Francesco Piron e del suo team Paolo Biasin e Tiziana Sogari,dello studio Macchi-Di Cellere- Gangemi, che nella sentenza di condanna hanno ottenuto anche che il dispositivo emesso il 22 maggio scorso, venisse pubblicato su Altovicentinonline e il Giornale di Vicenza. Questo anche allo scopo di avvisare la popolazione di quanto può accadere, quando qualcuno decide di fare concorrenza sleale, ma per fortuna, la giustizia, sebbene spesso tardiva, arriva sempre.
La condanna è stata quindi inflitta nei confronti di Enel Energia e di Franco D’Armiento. Nel corso delle indagini, sono stati esaminati 1500 contratti di subentro tra le due società. Sono stati ascoltati decine e decine di testimoni residenti dell’Alto Vicentino.
N.B.